Mercoledì 10 gennaio 2024, all’Udienza generale, il Papa, continuando la catechesi sui vizi e le virtù, ha parlato della gola, sia personale che sociale.
Egli ha innanzitutto sgombrato il campo dall’idea di un Messia ostile a ciò che dà felicità all’uomo; infatti il suo primo miracolo è alle nozze di Cana, dove “rivela la sua simpatia nei confronti delle gioie umane”. Se Giovanni Battista si nutriva con quello che trovava nel deserto, i Vangeli ci presentano spesso Gesù seduto a tavola, con un comportamento che “suscita scandalo ad alcuni, perché non solo Egli è benevolo verso i peccatori, ma addirittura mangia con loro”, dimostrando “la sua volontà di comunione e vicinanza con tutti.” Occorre poi considerare come l’atteggiamento del Signore riveli “la sua piena sottomissione alla Legge”, pur mostrandosi “comprensivo con i suoi discepoli”, come nell’episodio delle spighe di grano in giorno di sabato. “Gesù vuole che siamo nella gioia in sua compagnia – Lui è lo Sposo della Chiesa –; ma vuole anche che partecipiamo alle sue sofferenze, che sono anche le sofferenze dei piccoli e dei poveri.”
E’ importante poi considerare come Gesù faccia “cadere la distinzione tra cibi puri e cibi impuri” della legge ebraica. “Per questo il cristianesimo non contempla cibi impuri. Ma l’attenzione che dobbiamo avere è quella interiore: dunque non sul cibo in sé, ma sulla nostra relazione con esso.”
Perciò l’attenzione non va posta sul cibo ma sulla relazione con esso. Se non c’è “una relazione non ordinata con il cibo”, mangiando di fretta, con la voglia di saziarsi, ma mai saziandosi, non si “ha un rapporto buono con il cibo” diventandone schiavi.
Si pensi al rapporto distorto vissuto “specialmente nelle società del cosiddetto benessere, dove si manifestano tanti squilibri e patologie” come anoressia, bulimia, e obesità, dove “si mangia troppo, oppure troppo poco”. E’ una cattiva relazione con il cibo a produrre tutte queste malattie. “L’alimentazione è la manifestazione di qualcosa di interiore: la predisposizione all’equilibrio o la smodatezza; la capacità di ringraziare oppure l’arrogante pretesa di autonomia; l’empatia di chi sa condividere il cibo con il bisognoso, oppure l’egoismo di chi accumula tutto per sé. Questa domanda è tanto importante: dimmi come mangi, e ti dirò che anima possiedi. Nel modo di mangiare si rivela il nostro interiore, le nostre abitudini, i nostri atteggiamenti psichici”.
“Gastrimargia”: così i Padri della Chiesa chiamavano il vizio della gola, termine che si potrebbe tradurre con “follia del ventre”; quindi “la gola è una follia del ventre”. E La gola è un vizio che si innesta nella nostra necessità vitale, l’alimentazione; per questo è utile ricordare il proverbio che dice che noi dobbiamo mangiare per vivere, non vivere per mangiare.
Da qui il Papa Francesco è passato a parlare del vizio della gola dal punto di vista sociale che è “forse il vizio più pericoloso“, perché “la voracità con cui ci siamo scatenati, da qualche secolo a questa parte, verso i beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti”.
Ogni cosa ci è stata consegnata come custodia, non al nostro sfruttamento! La denuncia di questo male è chiara, perché il grande peccato è la furia del ventre: “abbiamo abiurato il nome di uomini, per assumerne un altro, consumatori”, senza nemmeno accorgersi di essere chiamati così. “Siamo fatti per essere uomini e donne ‘eucaristici’, capaci di ringraziamento, discreti nell’uso della terra, e invece il pericolo è di trasformarsi in predatori, e adesso ci stiamo rendendo conto che questa forma di ‘gola’ ha fatto molto male al mondo. Chiediamo al Signore che ci aiuti nella strada della sobrietà, e che le varie forme di gola non si impadroniscano della nostra vita.”
Chiediamoci:
- Guardo all’esempio di Gesù che mostra la sua volontà di comunione e vicinanza con tutti?
- Sono unito a Lui e alle sue sofferenze che sono anche quelle di piccoli e dei poveri?
- Quale è la mia relazione con il cibo?
- Compendo che il nostro interiore, le abitudini, gli atteggiamenti psichici, si rivelano nel modo di mangiare?
- Ripenso al vizio della gola come una follia del ventre?
- Sono attento a considerare l’ambiente come affidatoci a custodia e non a sfruttamento?
- Prego il Signore perché ci aiuti nella strada della sobrietà, senza che le varie forme di gola non si impadroniscano della nostra vita?