Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere? (Ez 37,1-14)
E’ questo il testo guida della 35° Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei del 17 gennaio, che per tutti i cristiani è un’importante occasione per curare il rispetto, il dialogo e la conoscenza della tradizione ebraica.
Oggi, purtroppo si registrano deprecabili manifestazioni di cancellazione della memoria e di odio contro gli ebrei. In diocesi da anni viene anticipata nella partecipazione alla festa ebraica della Channukkà (lo scorso), ma vale la pena prendere lo spunto della giornata come “una significativa opportunità per sottolineare il vincolo particolare che lega Chiesa e Israele (NA 4) e per guardare alle comunità ebraiche attuali con la certezza che «Dio continua ad operare nel popolo dell’Antica Alleanza e fa nascere tesori di saggezza che scaturiscono dal suo incontro con la Parola divina» (EG 249).
Nel Messaggio diffuso dia Vescovi italiani si evidenzia come “la nostra speranza in un futuro migliore deve appoggiarsi su una continua conversione: nel rapporto con Dio, nel rapporto fra persone, nel rapporto tra Stati, nel rapporto con la terra. Solo così possiamo sperare in un mondo in pace, riconciliato, giusto, rispettoso del creato”. I vescovi ricordano che compito dei credenti deve essere quello di “annunciare possibilità che vanno oltre l’esistente”, che si aprono all’azione divina
Il pessimismo di cui parla Ezechiele (legato all’esilio babilonese) è anche quello che “aleggia anche nella nostra società, spesso ripiegata sul presente, aggrappata al presente, incapace di fiducia nel futuro”. In questo contesto il profeta annuncia la vita e “parla di ciò che sembra impossibile: la rinascita dalla morte”. Dio creatore, infatti, è capace di “creare vita là dove c’era solo caos e morte”.
Nel messaggio si augura “che il Signore, attraverso il Cammino sinodale, rigeneri fiducia e coraggio nella nostra Chiesa e, soprattutto, aiuti tutti i credenti ad essere capaci di contagiare di fiducia e coraggio i nostri contemporanei.” La giornata di dialogo conferma “l’importanza del rapporto tra Chiesa e Sinagoga in Italia, auspicando una rinnovata passione per la Scrittura, “certi che proprio le sue pagine possono rigenerare in noi ‘passioni felici’, aiutarci a sostenere l’umano che è comune, contagiare speranza”.