“Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. (…) Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». (…) Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia».“ (Gv 1,6-7.19.23)
Anche nella terza domenica di Avvento (detta di “Gaudete!”) campeggia la figura del precursore di Gesù, Giovanni Battista, come ce lo presenta l’evangelista Giovanni.
In modo straordinario lo ha rappresentato il fiammingo Hieronymus Bosch (dipinto verso il 1489, probabilmente per la Confraternita della Misericordia (a cui Bosch apparteneva) nella Cattedrale di San Giovanni a ’S Hertogenbosch, ora al Museo Làzaro Galdiano, Madrid), uno tra i maggiori pittori tra XV e XVI secolo, che si caratterizza per la ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni.
Questo olio su pannello raffigura Giovanni (in un‘iconografia meditativa del santo piuttosto rara) che medita da solo in un luogo che non può dirsi desertico, per la vegetazione esuberante, tra cui alcune piante fantastiche, come la pianta dai frutti come gusci d’uova sferiche o le originali concrezioni di rocce e vegetali che si innalzano sullo sfondo, oltre una foresta. E’ ritratto disteso su un braccio che regge la testa appoggiando il gomito su una roccia liscia, con gli occhi semichiusi in meditazione e con la destra che compie il suo gesto più tipico, quello di indicare Gesù l’agnello pasquale. Sotto l’ampio mantello rosso si intravede (in corrispondenza delle maniche) l’abito di peli di cammello (questo, con l’agnello, sono due dei suoi simboli iconografici tipici).
E’ il modello del filosofo nei panni di un filosofo, immerso nella bellezza di una natura che attorno a lui fiorisce rigogliosa: un corso d’acqua sulla sinistra attraversa la valle, sullo sfondo alcuni animali selvatici pascolano docili e indisturbati, tra essi distinguiamo chiaramente un cervo (simbolo di Cristo) e un cinghiale (simbolo del potere demoniaco che tenta l’uomo nella sua carne). Diversi volatili circondano invece una pianta esotica, sulla cui cima vi è un corvo, forse incaricato, come già fu per Elia, di portare cibo all’uomo di Dio. Nella sua solitudine il Precursore appare come l’uomo pacificato, il nuovo Adamo capace di un rapporto sereno con la natura e con sé stesso.