La bellezza nella Parola

“Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. (…) Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!” (Mc 13,33.35-37)

L’inizio dell’Avvento ci richiama all’attenzione, a vegliare, ad essere pronti per l’incontro con il Signore quando verrà. Per questo propongo alla nostra riflessione, nell’incontro con l’arte, sulla via della bellezza, l’affresco del Paradiso, della gioia dei beati, nella vela sinistra nella Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto.

E’ tratto dal Giudizio Universale, che è senza dubbio il capolavoro di Luca Signorelli, il più importante ciclo rinascimentale dedicato alla trattazione di soggetti escatologici, Secondo Giorgio Vasari, Michelangelo lo osservò prima di dipingere poi il suo Giudizio Universale. Qui lavorò alla decorazione della Cappella dal 1499 al 1504, continuando l’opera iniziata molti anni prima dal Beato Angelico e rimasta interrotta.

Una grande macchina scenica, un colossal cinematografico che attraverso le sue 7 scene (Anticristo, Finimondo, Resurrezione dei corpi, Inferno, Paradiso, Chiamata degli eletti e i Dannati), coinvolge e porta al suo interno il fedele, come forse solo un film visto al cinema sa fare.

Una folla di risorti, nello splendore della nudità, apprende la notizia della propria salvezza e reagisce con timore, meraviglia, sollievo, gioia, gratitudine, felicità, estasi. In basso (verso destra) due beati caduti in ginocchio, in adorazione, sono risollevati da un angelo. In alto, un’orchestra di angeli seduti sulle nuvole accorda gli strumenti musicali e suona inni di gioia. In basso un gruppo di angeli incorona i beati, secondo un’immagine presente più volte nella Bibbia e soprattutto nel testamento spirituale di San Paolo dove si dice che «ormai è lì in serbo per me la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi darà in compenso quel giorno; e non soltanto a me ma anche a tutti quelli che hanno atteso con amore la sua manifestazione» (2Tm 4,8).