Mercoledì 8 novembre 2023, all’udienza generale, il Papa, continuando la catechesi sullo zelo nell’evangelizzazione, ha presentato la figura della francese la venerabile, esempio di passione nell’annuncio del Vangelo per vivere in cammino la stabilità della fede. Nata nel 1904 e morta nel 1964, è stata assistente sociale, scrittrice e mistica, e ha vissuto per più di 30 anni nella periferia povera e operaia di Parigi. Intorno ai 20 anni (dopo una giovinezza lontana dalla fede), colpita dalla testimonianza di alcuni amici credenti, fu abbagliata dall’incontro con il Signore, per cui scriveva: “una volta che abbiamo conosciuto la parola di Dio, non abbiamo diritto di non riceverla; (…) da quel momento apparteniamo a coloro che la attendono” (La santità della gente comune, Milano 2020, 71).
La gioia della fede la portò a dedicare tutta la sua esistenza al Signore “semplicemente condividendo in fraternità la vita della ‘gente delle strade’“, nel cuore della Chiesa e del mondo. Era quella che lei chiama la “spiritualità della bicicletta” (Umorismo nell’Amore. Meditazioni e poesie, Milano 2011, 56), “che non si regge senza girare (…). Possiamo star dritti solo avanzando, muovendoci, in uno slancio di carità”, perché “soltanto in cammino, in corsa viviamo nell’equilibrio della fede, che è uno squilibrio, ma è così: come la bicicletta. Se tu ti fermi, non regge”.
La venerabile serva di Dio “si lascia interpellare dal grido dei poveri“, sentendo “che il Dio Vivente del Vangelo doveva bruciarci dentro finché non avremo portato il suo nome a quanti non lo hanno ancora trovato”. Così, “in questo spirito, rivolta verso i sussulti del mondo e il grido dei poveri, Madeleine si sente chiamata a vivere l’amore di Gesù interamente e alla lettera, dall’olio del Buon samaritano fino all’aceto del Calvario, donandogli così amore per amore (…) perché, amandolo senza riserve e lasciandosi amare fino in fondo, i due grandi comandamenti della carità si incarnino in noi e non facciano che uno”.
La mistica francese ci insegna che “evangelizzando si viene evangelizzati: evangelizzando noi siamo evangelizzati“. In lei riecheggiava la testimonianza di San Paolo e diceva: “guai a me se evangelizzare non mi evangelizza,” per cui “evangelizzando si evangelizza se stessi”. Guardando a lei, “anche noi impariamo che in ogni situazione e circostanza personale o sociale della nostra vita, il Signore è presente e ci chiama ad abitare il nostro tempo, a condividere la vita degli altri, a mescolarci alle gioie e ai dolori del mondo. In particolare, ci insegna che anche gli ambienti secolarizzati ci sono di aiuto per la conversione, perché i contatti con i non credenti provocano il credente a una continua revisione del suo modo di credere.”
“Che Madeleine Delbrêl ci insegni a vivere questa fede ‘in moto’”, nell’annuncio del Vangelo e nella carità.
Chiediamoci:
- Mi lascio, come Madeleine Delbrêl, conquistare dalla Parola di Dio?
- Comprendo la “Spiritualità della bicicletta”, per vivere in cammino la stabilità della fede?
- Mi lascio, come lei, interpellare del grido dei poveri?
- Lascio che il Dio Vivente mi bruci dentro per portare il suo nome a chi non lo trovato?
- Rifletto su quanto lei diceva, che evangelizzando si viene evangelizzati?