LA BELLEZZA NELLA PAROLA

In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.  Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” (Mt. 18,19-20)

L’invito alla preghiera è ben rappresentato da un’opera di Jean- François Millet (1858-1859) conservata a Parigi (Museo d’Orsay).

L’opera, una delle più note di Millet, raffigura una coppia di contadini che, al tramonto, interrompono il duro lavoro dei campi al suono delle campane (della Chiesa di Chailly-en-Bière, il cui campanile che si intravede appena sullo sfondo), mostrati nella loro devozione, intenti nella preghiera.

Essi, già abbandonati gli strumenti del lavoro (la carriola con i sacchi sopra, il rastrello, il cesto pieno di verdure) e la raccolta delle patate, si raccolgono in preghiera alla fine della loro giornata e con grande riverenza inclinano le teste e giungono le mani come se stessero meditando il mistero dell’Incarnazione di Cristo. Gli strumenti del lavoro, abbandonati a terra, simboleggiano la primaria importanza che ciascuno deve dare a Dio di fronte ad ogni attività umana. Il paesaggio spoglio intorno a questi due personaggi è un magnifico espediente artistico volto a sottolineare la centralità della preghiera. La scena evoca un forte senso religioso ed invita l’osservatore a partecipare all’intimità della preghiera dei personaggi.

Mostrandosi assai sensibile all’influenza di Jean-Baptisti-Siméon Chardin  e dei maestri olandesi del Seicento, Millet ricolma l’opera di una solennità grave seppure sommessa, resa con la monumentalità dei due contadini (disegnati con un tratto vigoroso e sintetico), l’immobilità assorta di questi ultimi, l’improvviso splendore del tramonto, la visione dal basso e la sapiente sintesi delle forme.[

L’artista aveva passato la sua infanzia lavorando nella fattoria di famiglia e al contempo istruito sui classici dai sacerdoti della parrocchia locale. Millet ereditò il talento artistico del padre, e da ragazzo già iniziò a rappresentare immagini dalla Bibbia. In tal modo, le sue abilità artistiche divennero evidenti sin da giovane. Quest’opera, che da molti critici è considerata il suo capolavoro, trasporta l’osservatore in una scena rurale di un’età ormai lontana, dove la vita era semplice, scandita dal passaggio delle stagioni, dal rintocco delle campane per la preghiera e dalla pausa dal lavoro.

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