Dal 2 al 6 agosto 2023 il Papa ha presieduta la Giornata mondiale della Gioventù (GMG) a Lisbona. Molti sono stati gli appuntamenti, da quelli istituzionali con le autorità dello Stato, ai Vespri con il clero locale presso il Monastero Reale di Santa Maria di Belém (mercoledì 2). Giovedì 3 a Lisbona, ha incontrato i giovani universitari e quelli riuniti nella sede di Scholas Occurrentes. Nel pomeriggio al Parco Eduardo VII, c’è stata la cerimonia di accoglienza, Venerdì 4 agosto, Francesco ha confessato alcuni ragazzi e ragazze e con dieci di loro, a mezzogiorno, ha pranzato nella Nunziatura apostolica, con al Via Crucis in tardo pomeriggio.
Sabato 5 agosto a Fatima ha incontrato i malati, pregando la S.Vergine. A Lisbona, dopo l’incontro con i Gesuiti, c’è stato l’appuntamento più atteso: la veglia al Parco Tejo, dove domenica 6 ha concluso la GMG con la S.Messa. Qui ha dato appuntamento ai giovani al Giubileo a Roma nel 2025 e alla GMG nel 2027 a Seul in Sud Korea. Mi fermo brevemente a cogliere i due momenti clou de la GMG: la Veglia di sabato 5 e la S. Messa di domenica 6 agosto con la presenza di un milione e mezzo di giovani.
Alla Veglia il Pontefice ha chiesto di aiutare chi è caduto a non restare a terra: “non abbiate paura, un fallimento è tale solo se non si ha la forza di risollevarsi”. Il suo è stato un dialogo con i giovani, a partire del significato profondo del gesto di Maria, del suo “sì” alla proposta d’amore di Dio ci ispira a fare altrettanto: a donarci interamente al Signore, affidandogli tutta la nostra vita, rinunciando a progetti e sicurezze, per essere suoi strumenti nella storia d’amore di Dio per ciascuno di noi. Maria, “invece di pensare e a lei, pensa all’altra”, a sua cugina, perché la “gioia è missionaria”, non è per sé stessi ma per portare qualcosa agli altri. Sono delle persone che hanno portato la luce nella vita: genitori, nonni, amici, sacerdoti, religiosi, catechisti, animatori, insegnanti; per questo il Papa chiede di fere un momento di silenzio per ricordarli. Sono loro le “radici della gioia”, perché la gioia non deve essere passeggera o momentanea, ma deve “creare radici”. Questo non avviene nel chiuso di una biblioteca, ma va cercato e scoperto nel dialogo con gli altri.
Francesco ha poi chiesto ai giovani se sia mai capitato di essere stanchi, di “gettare la spugna” e di non aver voglia di far niente: allora si smette di camminare e si cade. Nella vita l’importante, però, è non “rimanere caduti”, chiudendo la vita alla speranza. In quel caso l’unica cosa da fare, l’unico modo per guardare una persona dall’alto in basso è per aiutare a rialzarsi.
Occorre, però, un allenamento, come per una partita di calcio. “Non c’è nessun corso che ci insegni a camminare nella vita”, ma “lo impariamo dai nostri genitori, lo impariamo dai nostri nonni, lo impariamo dai nostri amici, tenendoci per mano”. L’invito del Papa è a camminare con un obiettivo e di allenarsi a questo ogni giorno della vita, perché “nulla è gratuito. Tutto si paga”, perché ”c’è solo una cosa gratuita”: l’amore di Gesù. Con questo e con il desiderio di camminare, l’invito ai giovani è di non avere paura, di guardare alle radici senza avere timori.
Nella Veglia c’è stato uno spettacolo di musica e danza contemporanea, testimonianze molto belle e l’adozione eucaristica, in un clima di grande silenzio e di fede, con la Benedizione eucaristica.
Domenica 6 agosto, sempre al Parco Tejo (dove i giovani accampati hanno passato la notte), durante la S. Messa conclusiva (concelebrata da 700 vescovi e almeno 10 mila sacerdoti) il Pontefice ha ripetuto ancora l’invito (come fece 45 anni fa san Giovanni Paolo II): “non abbiate paura !” “Non abbiate paura” cari giovani: perché siete come pioggia di una terra disseccata da mille mali, siete un “bagno di luce” di presente e di futuro nei tanti angoli oscuri del nostro tempo.
Francesco ha quindi condensato l’esperienza e l’eredità di Lisbona 2023 in tre verbi, “brillare, ascoltare, non temere”. Ora gli apostoli avvolti dal bagliore sul Tabor fanno un “bagno di luce” che li conforterà nella “notte della Passione”. Ed “oggi anche noi abbiamo bisogno di un po’ di luce, di qualche un lampo di luce, che sia speranza per affrontare tante oscurità che si assalgono nella vita, tante sconfitte quotidiane, per affrontarle con la luce delle Resurrezione di Gesù.” Si diventa luce non “quando esibiamo un’immagine perfetta sotto i riflettori”, ma “brilliamo quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui”.
Se gli occhi possono cogliere questa luce, le orecchie devono imparare ad “ascoltare Gesù”, perché “tutto il segreto sta in questo. Ascoltare che cosa ti dice Gesù.” Di qui l’invito a prendere il Vangelo e leggere “quello che dice Gesù e quello che dice il tuo cuore” (…) Ascoltare Gesù perché noi, anche se con buona volontà, iniziamo cammini che sembrano di amore, ma in definitiva sono egoismi mascherati da amore. Fate attenzione agli egoismi mascherati da amore.”
Infine, “non temere”: è quello con cui Gesù rassicura i discepoli sul Tabor. Dopo la “gloria” della Gmg, il rischio del “pessimismo” è sempre in agguato. Ai chi avrà in mano il domani del pianeta Francesco fa sue le parole di Gesù: “ voi che volete cambiare il mondo e che volete lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che mettete impegno e fantasia alla vita ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi vi dice: Non temete!”, Non temete!”.
Chiediamoci:
- Comprendo l’invito di Dio ad essere strumenti nella storia d’amore di Dio ?
- So portare la gioia agli altri ricordando che anche gli altri ci hanno preparato a riceverla ?
- Ricordo con gratitudine chi mi ha portato luce nella vita (genitori, amici, sacerdoti….) ?
- So aiutare a rialzarsi chi è caduto ?
- Mi lascio conquistare dall’amore di Gesù, senza timore ?
- Cosa portiamo con noi ritornando (dopo un’esperienza forte) nella valle della vita quotidiana?
- So accogliere Gesù, imparando ad amare come Lui, per diventare luce ?
- So capire che il segreto è mettermi in ascolto di Gesù, leggendo il vangelo per ascoltare ciò che dice al mio cuore ?
- Ascolto l’invito del Signore a non temere nel lottare per la giustizia e per la pace, per vivere il Vangelo ?
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