NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

Non è tranquilla la situazione in Uzbekistan dove si registrano “vittime, civili e militari”, durante un’ondata di manifestazioni di proteste nell’ovest del Paese, nella regione autonoma del Karakalpakstan, dove si sono verificati massicci disordini in reazione a una riforma costituzionale, come riferisce l’agenzia ANSA.
“Purtroppo – ha detto il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev – ci sono vittime tra civili e agenti delle forze dell’ordine”, in un discorso nel Karakalpakstan che è stato trasmesso dal suo servizio stampa su Telegram. Il bilancio ufficiale è di 18 morti e 243 feriti.
Domenica 2 luglio l’Uzbekistan ha decretato uno stato di emergenza di un mese nella regione occidentale, dove venerdì è scoppiata una grande protesta per le proposte di modifiche alla costituzione che avrebbero indebolito lo status della regione. Da allora Mirziyoyev si è impegnato a ritirare gli emendamenti che riguardano la regione dalla riforma costituzionale che dovrebbe essere sottoposto a referendum nei prossimi mesi e che
A far scattare le proteste di piazza della scorsa settimana, segnate da violenze tra manifestanti e polizia – con un – sono state le modifiche alla Costituzione annunciate da Mirziyoyev, che di fatto bloccherebbero la strada al referendum sulla secessione fortemente voluto dal Karakalpakstan che dal 1925 è una entità autonoma. Dopo il crollo dell’Urss, nel 1993, il Karakalpakstan ha negoziato un accordo con il governo centrale uzbeko sulla base del quale sarebbe rimasto parte del Paese per almeno 20 anni, ma godendo di una certa autonomia e riservandosi il diritto di tenere poi un referendum sulla secessione, ma nel corso del tempo il governo centrale ha fatto rimanere accordo e diritto solo sulla carta, mettendo a tacere ogni attivismo secessionista.

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