Ancora tensioni e violenze nel continente africano. Mentre continua la guerra fratricida in Etiopia nel Tygrai, con efferate violenze, in Nigeria almeno 200 persone sono state uccise in diversi attacchi nelle prime settimane di gennaio da parte di uomini armati nello Stato nigeriano nord-occidentale di Zamfara. Come riferisce Vatican news, centinaia di uomini armati sono arrivati in moto e hanno lanciato il loro attacco a dieci villaggi nei distretti di Anka e di Bukkayum, sparando a vista sui civili. Forse si tratta di una risposta ai raid dell’esercito che avevano ucciso oltre 100 combattenti, definiti “banditi” dal governo.
Gli attacchi sono stati condannati dal presidente nigeriano Muhammadu Buhari. “Rassicuro le comunità assediate e gli altri nigeriano che questo governo non li abbandonerà alla loro sorte e siamo più che determinati a sbarazzarsi di loro”. Liberati intanto, dopo sette mesi, 30 studenti e un insegnante rapiti nello Stato di Kebbi. I minori vittime di sequestri nel Paese lo scorso anno sono stati 1400 e ne risultano dispersi circa 200. Una situazione difficile che coinvolge egualmente cristiani e musulmani.
In Angola si registrano crescenti protesta popolare, anche nella prospettiva delle prossime elezioni ad agosto. E’ un clima di forte tensione che si sta sempre più aggravando. Diverse le manifestazioni contro il Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola, al potere dal 1975. Al centro delle manifestazioni, diventate sempre più frequenti nella capitale Luanda e in altre città del Paese, il desiderio di rinnovamento politico, che la gente chiede di fronte alle difficoltà imposte dalla pandemia e dalla crisi economica, che sta causando un aumento dei prezzi incontrollato.
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