Il leader dell’opposizione dello Zambia, Hakainde Hichilema, è stato dichiarato lunedì 16 agosto vincitore delle contestate elezioni presidenziali (del 12 agosto), dopo aver ottenuto oltre 2,8 milioni di voti (come riferisce l’agenzia Ansa). “Dichiaro – ha detto in un discorso televisivo il presidente della commissione elettorale, il giudice Esau Chulu – Hakainde Hichilema presidente eletto della Repubblica dello Zambia”. Hichilema, 59 anni, imprenditore partito dal nulla ma oggi a capo di una grande fortuna personale, ha raggiunto così, dopo sei tentativi, i vertici dello Stato sconfiggendo il suo rivale di sempre, il presidente in carica Edgar Lungu con 2,8 milioni di voti, quasi un milione in più dell’avversario. Arrestato quindici volte da quando è entrato in politica, ha trascorso quattro mesi in isolamento per ‘tradimento’ dopo aver bloccato il passaggio a un convoglio presidenziale subito dopo le elezioni del 2016. Decisiva per la vittoria la sua campagna sui social media.
A sfidarsi alle urne c’eranoil Fronte patriotico (Patriotic front – Pf), guidato dal presidente uscente Edgar Chagwa Lungu, e le varie opposizioni, tra le quali il principale antagonista è il Partito unito per lo sviluppo nazionale (United party for national development – Upnd), capitanato da Hakainde Hichilema. Nelle ultime settimane le tensioni tra i due schieramenti principali erano cresciute, con episodi di violenza perpetrati da entrambe le parti a colpi di machete ed asce. Lo Zambia non è nuovo a periodi elettorali critici: nel 2016, infatti, le votazioni presidenziali furono segnate da scontri, violenze e censure alla libertà di stampa, nonostante fossero le prime tripartite dopo l’introduzione del multipartitismo nel Paese, avvenuto solo nel 1991, al termine della lunga presidenza di Kaunda. Il 2020, inoltre, ha visto un acceso dibattito tra il Fronte Patriottico e le forze di opposizione che contestano all’esecutivo episodi di corruzione ed altre attività illecite, come traffico illegale di legname, appalti attribuiti con criteri sconosciuti, assegnazione di nuove concessioni minerarie a compagnie straniere e gestione poco trasparente dei fondi dello Stato.
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