“Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.” (Gv.6,11)
Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (riportato da tutte e quattro gli evangelisti) è ben interpretato dalla grande tela del Tintoretto, nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia; in essa sono ben evidenziabili le scelte cromatiche, in due piani, uno più scuro (in basso), un altro più luminoso, segnato dalla presenza di Gesù (in alto). Egli è sul monte (come si legge nel Vangelo giovanneo), con un chiaro richiamo alle beatitudini suggerendo una solenne occasione di insegnamento.
Sotto il tramonto di un cielo rossastro che carica d’intimità la scena, Gesù si china verso il ragazzo, che, accompagnato da Andrea, gli presenta il cesto con i pani e pesci, offerta che nasconde la chiave interpretativa dell’episodio. Il Maestro, infatti, è carico di compassione per questa folla affamata e somministra il pane della Parola di cui quello materiale è segno e promessa.
Le persone in primo piano sono sedute, secondo il comando di Gesù (“Fateli sedere “ Gv 6,10), rievocando i “pascoli erbosi” a cui guida il Buon Pastore. Nella folla si scorge (in secondo piano a destra) una madre che allatta il proprio bambino; così il cibo offerto da Gesù è come il dono di sé che ogni mamma fa per nutrire il proprio figlio. In tal modo Cristo appare non solo come Padre, ma anche come Madre.
“Un segno che invita ad avere fede in Dio, Padre provvidente, il quale non ci fa mancare il “nostro pane quotidiano”, se noi sappiamo condividerlo come fratelli.” (Papa Francesco Angelus, 03/08/2014).
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.