LA BELLEZZA NELLA PAROLA a cura di gpc

“Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava.” (Mc 5, 41-42)
Mi fermo all’interpretazione artistica di questo episodio evangelico che ne da Agnolo Allori detto il Bronzino, uno dei grandi rappresentanti del Cinquecento italiano e conservato a S.Maria Novella a Firenze, dipinto poco prima della sua morte (1572).
L’episodio è colto in un ambiente interno che si apre ad una prospettiva esterna. Al centro della scena c’è Gesù che con delicatezza alza la giovinetta figlia di Giairo, capo della sinagoga a Cafarnao (titolo che gli ebrei attribuivano a quei tempi a coloro che presiedevano le riunioni della comunità ed esercitavano determinate funzioni amministrative) che aveva chiesto a Gesù di venire a guarire la sua figlia, data per morta. Bronzino cura molto la prospettiva in un gioco di contrapposizioni e di contrasti che contribuisce a dare vivacità alla scena.
C’è una contrapposizione tra morte e vita. In alto l’angelo trombettiere che richiama alla morte, come la folla retrostante con un suonatore di flauto, accorsa per la giovane defunta. Il Signore però è la vita. Ed ecco la stupore (alla destra) di Giario che si inginocchia con le braccia spalancate ed il viso sorpreso di fronte a ciò che avvien davanti ai suoi occhi: la sua bambina che è tornata in vita ! Sopra di lui la moglie ad indicare stupore e riferimento al Cielo. E dietro i servitori che accorrono portando da mangiare alla bimba… A sinistra i tre apostoli: Giacomo, Giovanni e Pietro.
La risurrezione della bambina ci porta a «Cristo, [che] risorto dai morti, non muore più» (Rm 6.9); ci fa vivere nella fede la nostra risurrezione per l’eternità: «Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1Cor 15,20), di ciascuno di noi. Credo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.