“Milioni di famiglie nell’Africa centrale ed occidentale diventano ogni giorno più affamate e disperate, con i prezzi del cibo alle stelle che alimentano una emergenza della fame che si espande sempre più in una regione afflitta dal conflitto e dalle conseguenze socio-economiche del Covid-19”. È l’allarme lanciato lo scorso 16 aprile dal World food programme (Wfp), come riferisce l’agenzia Sir. Per questo si ribadisce la necessità di “interventi immediati se si vuole evitare una catastrofe”.
“In Africa occidentale, il conflitto sta già portando fame e miseria”, ha affermato Chris Nikoi, direttore regionale del Wfp per l’Africa occidentale, evidenziando che “l’incessante aumento dei prezzi agisce come un moltiplicatore di miseria, spingendo milioni di persone sempre di più nella fame e nella disperazione. Anche quando il cibo è disponibile, le famiglie non possono permettersi di acquistarlo. Con i prezzi in forte aumento, un pasto base è fuori dalla portata di milioni di famiglie povere che già faticavano ad andare avanti”.
Si registra in tutta la regione un drammatico aumento dei prezzi del cibo: di quasi il 40% rispetto alla media degli ultimi cinque anni toccando, in alcune aree, oltre il 200%. In parte ciò è dovuto all’impatto economico delle misure di contenimento della diffusione del coronavirus nell’ultimo anno, per cui i redditi sono precipitati a causa della riduzione delle attività nel turismo, nel commercio, nei lavori informali e nelle rimesse. Nella regione sono quasi 10 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni malnutriti in maniera acuta, la metà di loro nel solo Sahel. Questo numero potrebbe aumentare in maniera significativa, insieme alla previsione del 30% di aumento nella fame e degli alti prezzi dei cibi nutritivi.
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