LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO a cura di Gian Paolo Cassano

“Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.” Così si intitola il Messaggio del Papa per il tempo che prepara alla celebrazione della Pasqua, con l’invito forte ad un cammino di conversione che porti alla riscoperta del vincolo di comunione con l’altro, soprattutto con i poveri.
Nel Messaggio per la Quaresima (in cui è ricorrente il richiamo all’enciclica “Fratelli tutti”) Francesco indica come preghiera, digiuno ed elemosina debbano essere orientate alla fraternità, con il cuore aperto al bene dell’altro. La Quaresima, in un costante riferimento a Cristo, è un tempo di conversione in cui siamo chiamati a rinnovare la nostra fede, disponendoci all’amore di “Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo”. E’ un cammino che “sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo”.
Scrive il Papa: “la via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.” Ciò “significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa”, un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore. Ora il digiuno è esperienza di privazione da vivere in semplicità per riscoprire la nostra natura creaturale. Il digiuno deve essere inteso e praticato facendosi poveri con i poveri per “accumulare” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. “Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo” per consentire che Dio dimori in noi.
Rievocato l’episodio evangelico della samaritana, si sofferma sul senso della speranza cristiana: “sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre”. Infatti “il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata”.
Egli invita a riscoprire il valore del perdono che mette in circolo una dinamica di donazione: occorre allora stare “più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano» (Enc. Fratelli tutti [FT], 223). A volte, per dare speranza, basta essere «una persona gentile”.
Rammentando cha l’efficacia della carità cristiana che, “col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti» (FT, 183). Invita a “prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19, riconoscendo i poveri nella loro immensa dignità perché siano integrati nella società. Infatti “ogni tappa della vita è un tempo per credere, sperare e amare”.

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