“La suocera di Simone era a letto con la febbre…. Egli si avvicinò e la fece alzare, prendendola per mano…” (Mc. 1, 30.31)
In quello scrigno d’arte che è il Duomo di Monreale, il secondo miracolo di Gesù descritto nel vangelo di Marco è ben rappresentato i uno dei mosaici del XIII secolo. Centrale è la figura di Gesù che, come in quasi tutte le scene di Cristo a Monreale, ha in mano un rotolo che allude alla sua Identità. Egli è il Logos, la Parola di Dio, fatta carne per noi. Egli appare in posizione retta, manifestando la sua divinità, a cui fa riferimento il manto blu, il nimbo crociato e la mano benedicente che si sporge per alzare la donna, che sta alzandosi dal letto (splendidamente decorato), accogliendo l’invito di Gesù. Sappiamo dal testo evangelico che subito si mise a servirlo.
E’ bello imitare la prontezza dei questa donna nel riconoscere l’intervento prodigioso di Gesù, di accogliere il suo amore e di rispondere con generosità. In questi, come negli altri del ciclo musivo, è chiara l’influenza bizantina, negli elementi architettonici e nell’uso dei colori, soprattutto l’oro.
Sulla sinistra di chi guarda appare il gruppo dei discepoli con in prima fila Pietro che alza la mano testimonia la veridicità di ciò che avviene nella sua casa, come riporta la scritta latina sopra il mosaico:”Iesus liberat socri Simonis a magni febribus (Gesù libera la suocera di Simone da grande febbri)”. Curiosa poi la figura di un uomo che sbuca dall’esterno attraverso alla tenda per assistere stupito al miracolo.
Chiediamo al Padre, che nel suo Figlio ci ha offerto la salvezza e la via per giungere a Lui, di aiutaci a rivelare al mondo con la nostra vita l’amore che Egli ha per l’umanità.Testimonia François Mauriac: “devo tutto a Gesù Cristo. La gioia e la pace della sua presenza, l’angoscia della sua assenza, lo stato di peccato e lo stato di grazia: tutto ciò ha costituito il giorno e la notte dell’umile mondo che ho immaginato, queste tenebre attraversate da raggi.”
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