“Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù.” (Gv. 1,41-42).
La chiamata dei primi discepoli, in particolare di Andrea e Simone (che Gesù chiamerà poi Pietro), si ritrova nel contesto di quel capolavoro d’arte che è la Cappella Sistina in Vaticano. Qui troviamo il grandioso affresco che Domenico Ghirlandaio (con aiuti) realizzò tar il 1481 e il 1482 e che fa parte della decorazione del registro mediano.
La scena presenta innanzitutto un primo piano in cui è centrale la figura di Cristo (nel consueto abito blu e rosso, ad indicare le due nature), sullo sfondo di un lago in un’ampia vallata montuosa. Di palestinese c’è certamente poco, ma è chiara l’attualizzazione dell’artista (si riconosce, tra l’altro, a destra, Firenze, con il Battistero e Palazzo vecchio). Accanto (a destra di chi guarda) ci sono i due discepoli, ritratti con una folta barba ed anziani (il riferimento è simbolico), pur essendo due giovani. Pietro e Andrea sono rivestiti dei mantelli con i colori che sono loro attributo tipico (giallo o arancione per Pietro, verde per Andrea) e sono inginocchiati davanti al Cristo che, solenne, li benedice. In secondo piano il Ghirlandaio racconta la chiamata in due momenti: il primo sulla sinistra con Andrea e Simone intenti a rassettare le reti, l’altro sulla destra con Giacomo, Giovanni ed il padre Zebedeo L’elemento più originale dell’opera è la moltitudine di spettatori, contemporanei di Ghirlandaio come dimostrano gli abiti, che assistono alla scena, come in una sorta di grande platea ai lati della scena sacra. Numerosi e penetranti sono i ritratti, raffigurando tutta la comunità fiorentina presente a Roma, nella zona intorno a S.Maria sopra Minerva.
Negli apostoli chiamati possiamo rileggere la nostra storia, la nostra vocazione. Anche noi possiamo chiedere: Maestro dove abiti? Ciò entrare nell’amicizia con Lui e seguendoli, comprendere il senso della nostra vita e la piena realizzazione perché solo Lui ha parole di vita eterna (cfr. Gv.6,68)
“Non ha importanza la forma della chiamata. È una cosa tra Dio e me. Ciò che è importante è che Dio chiama ciascuno in modo differente. Noi non abbiamo alcun merito. L’importante è rispondere con gioia alla chiamata.” (Madre Teresa di Calcutta).
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.