Le parole del Papa all’Angelus di domenica 28 giugno hanno tolto il velo di silenzio che cela la realtà della Siria, del Libano ma anche dello Yemen e dell’Ucraina. Sono alcune delle aree principali di crisi del mondo al centro delle preghiere del Papa.
Innanzitutto “il caro popolo siriano” nell’occasione della quarta Conferenza dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite per “sostenere il futuro della Siria e della regione” martedì 30 giugno. Di qui l’invito a pregare “per questo importante incontro, perché possa migliorare la drammatica situazione del popolo siriano e dei popoli vicini, in particolare del Libano, nel contesto di gravi crisi socio-politiche ed economiche che la pandemia ha reso ancora più difficili. Pensate che ci sono bambini con la fame, che non hanno da mangiare. Per favore, che i dirigenti siano capaci di fare la pace.” All’inizio del decimo anno di conflitto, la situazione in Siria e nella regione rimane estremamente critica: si calcolano quasi 400.000 morti e 11 milioni di profughi a dare il senso della drammatica crisi umanitaria, che vede anche milioni di siriani sfollati all’interno del Paese o che hanno cercato rifugio nei Paesi vicini. E ora ad aggravare questa realtà anche le conseguenze della pandemia di Covid-19. In tale contesto, la quarta conferenza di Bruxelles vuole offrire l’opportunità di riunire tutti i soggetti interessati per affrontare efficacemente la situazione attuale, offrire un sostegno costante agli sforzi delle Nazioni Unite a favore di una soluzione politica globale al conflitto siriano, mobilitare il sostegno finanziario necessario per la Siria e i paesi vicini che ospitano rifugiati siriani, nonché portare avanti e approfondire il dialogo con la società civile. Francesco poi ha ricordato la popolazione dell’Ucraina colpita dalle alluvioni, invocando “il conforto del Signore e il soccorso dei fratelli”.
Altrettanta sofferenza segna lo Yemen, dove la popolazione è stremata da una guerra che dura da cinque anni. Così ha invitato “a pregare anche per la popolazione dello Yemen, anche qui e specialmente per i bambini, che soffrono a causa della gravissima crisi umanitaria. Come pure per quanti sono stati colpiti dalle forti alluvioni nell’Ucraina occidentale: possano sperimentare il conforto del Signore e il soccorso dei fratelli. Lo Yemen è devastato da cinque anni di guerra civile tra i ribelli houti di confessione sciita, supportati dall’Iran, e le forze leali al governo Hadi, sostenute da una coalizione araba sunnita guidata dai Sauditi. Il Conflitto ha causato oltre 3 milioni di sfollati. Secondo l’Unicef ha lanciato l’allarme per la grave crisi alimentare che attanaglia il Paese, per cui quattro minori yemeniti su cinque rischiano di non sopravvivere a quella che le stesse Nazioni Unite definiscono “la peggiore crisi umanitaria del mondo”.
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