L’udienza generale di mercoledì 29 aprile (dalla Biblioteca del Palazzo apostolico) è stata dedicata all’ultima beatitudine (“Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei Cieli”). L’ultima, come la prima, promette la felicità cioè il regno dei Cieli che sarà dei perseguitati per la giustizia come dei poveri in spirito. Infatti “il sentiero delle Beatitudini è un cammino pasquale che conduce da una vita secondo il mondo a quella secondo Dio, da un’esistenza guidata dalla carne – cioè dall’egoismo – a quella guidata dallo Spirito.” Un tipo di esistenza che non può essere approvato dal mondo le cui “strutture di peccato” non possono che rifiutare i valori delle Beatitudini e “dichiarare la vita secondo il Vangelo” come un errore e un problema. “Se il mondo vive in funzione del denaro, chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità. Questa parola ‘fastidio’, è chiave, perché la sola testimonianza cristiana, che fa tanto bene a tanta gente perché la segue, dà fastidio a coloro che hanno una mentalità mondana. La vivono come un rimprovero.” Ora “quando appare la santità ed emerge la vita dei figli di Dio, in quella bellezza c’è qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento”. Di qui il pensiero alle persecuzioni che in modo violento hanno caratterizzato il XX secolo, dove cresce “l’ostilità fino all’accanimento (…) contro i cristiani, contro la testimonianza cristiana e contro la eroicità dei cristiani.” La persecuzione del mondo è anche liberazione dagli idoli del mondo; così ha ricordato i molti cristiani che oggi “patiscono persecuzioni in varie zone del mondo, e dobbiamo sperare e pregare che quanto prima la loro tribolazione sia fermata. Sono tanti, i martiri di oggi sono più che nei primi secoli. (…) Siamo un unico corpo, e questi cristiani sono le membra sanguinanti del corpo di Cristo che è la Chiesa.” Certo, “non sempre il disprezzo degli uomini è sinonimo di persecuzione”, perché “c’è anche un disprezzo che è colpa nostra”, quando i cristiani, sale della terra, perdono “il sapore di Cristo e del Vangelo”. E’ necessario allora “essere fedeli al sentiero umile delle Beatitudini, perché è quello che porta ad essere di Cristo e non del mondo”. La persecuzione ci fa somigliare a Cristo in croce, che fu “disprezzato e reietto dagli uomini”. Il cristiano sa che accogliendo il suo Spirito potrà avere “tanto amore nel cuore da offrire la vita per il mondo senza fare compromessi con i suoi inganni e accettandone il rifiuto”. Per questo non bisogna perdersi di coraggio, perché “nelle persecuzioni sempre c’è la presenza di Gesù che ci accompagna, la presenza di Gesù che ci consola e la forza dello Spirito che ci aiuta ad andare avanti. Non scoraggiamoci quando una vita coerente del Vangelo attira le persecuzioni della gente: c’è lo Spirito che ci sostiene, in questa strada.”
Domenica 3 maggio, al Regina Coeli, commentando il vangelo domenicale, ha parlato di Gesù buon Pastore, spiegando come fare a riconoscere dentro di noi, tra le tante, la voce di Dio. “La voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere, (…) poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa. (…). La voce di Dio, invece, ci corregge, con tanta pazienza, ma sempre ci incoraggia, ci consola: sempre alimenta la speranza. La voce di Dio è una voce che ha un orizzonte, invece la voce del cattivo ti porta a un muro, ti porta all’angolo.” Inoltre, la voce del maligno ci fa concentrare “sui timori del futuro” o ci fa guardare al passato, ricordandoci amarezze e torti subiti. “Il nemico non vuole il presente”, mentre “la voce di Dio parla al presente. (…) Ci anima, ci porta avanti, ma parla al presente, ora.” Così “la voce cattiva ruota sempre attorno all’io, alle sue pulsioni, ai suoi bisogni, al tutto e subito. E’ come i capricci dei bambini: tutto e adesso. La voce di Dio, invece, non promette mai la gioia a basso prezzo: ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la pace.” Diverso è anche l’ambiente in cui le due voci parlano: il nemico ama l’oscurità, il Signore invece la luce e la verità, la voce del male ci induce a chiuderci in noi stessi, la voce del bene ci invita ad aprirci e ad avere fiducia in Dio e negli altri. Di qui la raccomandazione a prestare “attenzione alle voci che giungono al nostro cuore. Chiediamoci da dove arrivano. Chiediamo la grazia di riconoscere e seguire la voce del buon Pastore, che ci fa uscire dai recinti dell’egoismo e ci conduce ai pascoli della vera libertà. La Madonna, Madre del buon Consiglio, orienti e accompagni il nostro discernimento.”
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