E’ stato ucciso il giovane Michael, rapito da alcuni banditi l’8 gennaio scorso nello Stato di Kaduna. Lo ha reso noto domenica 2 febbraio Aiuto alla Chiesa che Soffre Gli altri tre seminaristi sequestrati con lui, nel seminario maggiore Buon Pastore di Kakau, erano stati rilasciati nei giorni scorsi.
Mons. Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, soltanto venerdì aveva lanciato proprio ad Acs l’allarme per la forte insicurezza “in tutto il Paese”, in una situazione di gravità senza precedenti. Tutti i seminari della Nigeria, aveva spiegato, hanno mura di protezione, “però non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram”, gli estremisti islamici la cui violenza dal 2009 ha causato, secondo recenti dati Onu, oltre 35 mila vittime. Non tutte le strutture, aveva specificato il presule, hanno invece telecamere di sicurezza. “Se tutti i seminari, i monasteri e i conventi che ospitano religiosi disponessero di telecamere, sarebbe utile perlomeno per catturare alcuni terroristi”. Purtroppo le risorse della Chiesa, evidenzia Acs, sono limitate e le parrocchie sono perfino costrette a pagare per avere la protezione della polizia durante le messe domenicali.
Ma non c’è solo la Nigeria. I miliziani fondamentalisti del gruppo Boko Haram colpiscono da anni anche in Camerun, Ciad e Niger. Negli ultimi due mesi si sono intensificati gli attacchi nella regione dell’Estremo nord del Camerun. “Dal 2014 le popolazioni della nostra diocesi – ha detto a Vatican news don Daniele Denguez, cancelliere alla diocesi di Maroua-Mokolo, nel nord del paese – subiscono gli attacchi dei Boko Haram, che distruggono e bruciano case e scuole, rubano animali, raccolti e i materiali didattici degli studenti e rapiscono le persone, soprattutto i giovani che non hanno lavoro”. Negli scorsi mesi di dicembre e gennaio i villaggi e le comunità della diocesi sono stati colpiti quasi ogni giorno. Nei giorni scorsi anche il mons. Bruno Ateba, vescovo di Maroua-Mokolo aveva descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’impotenza delle popolazioni locali di fronte all’apparente invincibilità del gruppo terrorista che ormai da qualche anno ha varcato i confini della Nigeria e terrorizza Paesi vicini quali lo stesso Camerun, il Niger e il Ciad. “Non passa giorno in cui non vi sia notizia di nuovi attacchi e incursioni dei terroristi dalla frontiera tra Camerun e Nigeria – dice monsignor Bruno Ateba nel comunicato diffuso da Acs -. I rapimenti e le esecuzioni dei contadini hanno portato ad un vero e proprio regno del terrore”.
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