“Da 60 anni i nostri progetti uniscono il mondo”: è questo lo slogan della 67° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra (che si celebra domenica 26 gennaio) come un’opportunità per l’Unione Internazionale Raoul Follereau, “di ribadire al mondo intero che la lebbra non è una fatalità e di continuare la sua battaglia, grazie alla generosità di chi vorrà sostenerci con offerte che permetteranno ai malati di essere curati e guariti”.
Lo scorso anno la Giornata ha raggiunto circa 1.000 piazze che si sono trasformate in dignità e diritti per 138.479 malati di lebbra! Anche quest’anno l’attenzione sarà rivolta, oltre alla lebbra, a tutte le malattie tropicali dimenticate, che esistono ancora e che vanno eliminate. I fondi che verranno raccolti durante la 67° Giornata mondiale dei malati di lebbra saranno destinati alle attività socio sanitarie, di lotta alla lebbra, dei progetti nei Paesi più poveri del mondo dove queste malattie non sono state ancora sconfitte. Infatti in molte piazze d’Italia (in diocesi ad Occimiano, a Rivalba e Bozzole) viene proposto il Miele della solidarietà, per offrire un contributo concreto alla lotta contro questa terribile malattia.
La lebbra oggi è una malattia curabile, ma nelle aree più povere del mondo il morbo continua a colpire molte persone. Le cause principali continuano ad essere l’assenza di strutture sanitarie, la mancanza di igiene e di alimentazione adeguata. Inoltre le disabilità e lo stigma nei confronti della malattia sono ancora causa di isolamento ed emarginazione delle persone colpite. Per questo l’AIFO opera non solo per curare le persone colpite dal morbo, ma anche per la prevenzione, la riabilitazione delle persone che in seguito alla malattia presentano disabilità e per il loro reinserimento ed inclusione sociale.
La lebbra, malattia antica ma non ancora sconfitta benché curabile, colpisce ogni anno più di 200.000 nuove persone nel mondo, principalmente in India, Brasile e Indonesia, che concentrano l’80% dei casi. In questi ed altri paesi sono soprattutto le regioni più povere ad essere interessate, laddove le condizioni di vita sono più precarie. Per questo, accanto alla lebbra, vogliamo attirare l’attenzione su tutte le malattie tropicali dimenticate che mietono vittime ancor più numerose. Oltre alle malattie dimenticate, interi gruppi sociali sono dimenticati, emarginati e discriminati. Da 60 anni AIFO si occupa degli ultimi, donne, uomini e bambini/e, del pianeta.
In questi anni l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau – via Borselli 4/6 – 40135 Bologna Tel. 051 4393211 – Fax 051 434046 – N.ro verde 800550303 – info@aifo.it) ha aiutato milioni di persone non solo a prevenire e curare le malattie e le loro conseguenze, in particolar modo le disabilità, ma a inserirsi nella società, superando barriere e pregiudizi. AIFO oggi è attiva con quasi 50 progetti di cura e inclusione sociale in Asia, Africa e America latina; nel solo 2018 ne hanno beneficiato più di 300.000 persone, di cui oltre un terzo bambini/e.
In occasione della prossima 21° giornata di Campionato di Serie A, il messaggio della GML sarà anche negli stadi, l’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC) e la Lega Calcio Serie A hanno dato la loro adesione alla GML 2020. Un gruppo di volontari AIFO sarà domenica in piazza San Pietro ad ascoltare la parola di papa Francesco. Il contributo di ognuno è essenziale per continuare a sostenere i progetti dell’AIFO: ad esempio, con poco più di 10 € al mese (circa 130 € all’anno) si può finanziare la cura completa di un malato di lebbra, con bollettino di c.c. postale n. 7484 (intestato ad ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DI RAOUL FOLLEREAU-A.I.FO. – ONLUS); con un bonifico su c.c. Banca Popolare Etica (codice IBAN IT89 B050 1802 4000 0000 0505 050); con carta di credito e RID: telefonando al n. verde AIFO (800.550303).
Maggiori informazioni sul sito: www.aifo.it http://www.aifo.it/informazioni/news/articolo/67-gml-da-60-anni-uniamo-il-mondo.
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