Il gruppo fondamentalista nigeriano Boko Haram è tornato a colpire il 22 dicembre scorso: uomini armati, travestiti da commercianti, hanno attaccato dei pescatori sul lago Ciad., uccidendo almeno 50 persone di varia nazionalità.
La zona si trova in territorio ciadiano, al confine con la Nigeria del nord ed è spesso teatro delle scorribande del gruppo islamico. La notizia è stata confermata dalle autorità municipali locali, sulla base delle testimonianze di alcuni sopravvissuti. Nati negli anni 2000, i fondamentalisti di Boko Haram – ricorda l’africanista Enrico Casale a Vatican news – inizialmente si legarono al network di Al Qaida, guidato da Osama Bin Laden. Successivamente aderirono al sedicente Stato Islamico, ma si hanno notizie abbastanza certe di contatti anche con il gruppo fondamentalista somalo degli Al Shabaab. La loro zona operativa va dal nord della Nigeria, in particolare lo Stato del Borno, ai Paesi confinanti: Niger, Ciad, Camerun. I Boko Haram impongono una lettura letterale e restrittiva della legge islamica e considerano sacrileghe altre interpretazioni del Corano e altre fedi. Tra le vittime infatti molti i musulmani, ma anche cristiani. Oltre ai numerosi attentati e alle azioni armate, i jihadisti operano anche attraverso il rapimento soprattutto di minori, poi spesso destinati a morire utilizzati come bombe umane.
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