All’ Angelus di domenica 13 ottobre, insieme ai padri sinodali che partecipano al Sinodo panamazzonico, il Papa ha espresso la sua preoccupazione per quanto sta accadendo nelle ultime settimane in Equador, affidandolo “alla preghiera comune e all’intercessione dei nuovi Santi”, unendosi “al dolore per i morti, i feriti e i dispersi” ed incoraggiando “a cercare la pace sociale, con particolare attenzione alle popolazioni più vulnerabili, ai poveri e ai diritti umani.”
Infatti da circa due settimane l’Ecuador è scosso da gravi scontri tra forze dell’ordine e manifestanti che protestano contro i nuovi provvedimenti di austerità. Come riferisce Vatican news, nelle ultime ore, di fronte al vigore delle proteste, il presidente Moreno ha annunciato la decisione di rivedere alcune parti del pacchetto di misure di austerità, fra cui l’azzeramento dei sussidi al carburante, in vigore dagli anni Settanta. Tale decisone era stata presa con l’obiettivo di far risparmiare circa 1,3 miliardi di dollari all’anno al Paese, in base agli accordi presi con il Fondo Monetario Internazionale che aveva previsto di fornire all’Ecuador un credito di oltre 4 miliardi di dollari, per risollevare l’economia nazionale.
Nonostante gli appelli al dialogo, la tensione è aumentata nella capitale, con la circolazione stradale quasi del tutto paralizzata e scontri fra militanti della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (Conaie) e di movimenti politici e sindacali con le forze dell’ordine. Negli scontri si registrano cinque morti e 554 feriti con 929 arresti.
E’ stato però programmato un primo incontro tra governo e rappresentanti delle comunità indigene, garanti i Vescovi, l’ONU ed Amnesty International.
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