Domenica 4 agosto, all’Angelus, commentando il vangelo del “ricco stolto” ha evidenziato la ricerca affannosa dei beni materiali che incatena il cuore, distogliendo dal “vero tesoro che è nei cieli” e diventando “sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre”. Il Signore “esorta a rimanere lontano dalla cupidigia, cioè dell’avidità di possedere” del ricco “che crede di essere felice perché ha avuto la fortuna di una annata eccezionale e si sente sicuro per i beni accumulati”. Progetti di tranquillità e benessere sfrenato per molti anni che entrano in contrapposizione con quelli di Dio. Gesù dice sarcasticamente: “E quello che hai preparato, di chi sarà?”. “Pensiamo alle lotte per le eredità; tante lotte di famiglia. (…) È in questa contrapposizione che si giustifica l’appellativo di ‘stolto’, perché pensa a cose che lui crede essere concrete ma sono una fantasia, con cui Dio si rivolge a quest’uomo. Egli è stolto perché nella prassi ha rinnegato Dio, non ha fatto i conti con Lui.”
Il Vangelo conclude: “Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”. Un ammonimento “che rivela l’orizzonte verso cui tutti noi siamo chiamati a guardare”, perché “i beni materiali sono necessari (sono beni!), ma sono un mezzo per vivere onestamente (sono un mezzo!) e nella condivisione con i più bisognosi. Gesù oggi ci invita a considerare che le ricchezze possono incatenare il cuore e distoglierlo dal vero tesoro che è nei cieli.” Questo non vuol dire “estraniarsi dalla realtà, ma cercare le cose che hanno un vero valore: la giustizia, la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, la pace, tutte cose che costituiscono la vera dignità dell’uomo”. Si tratta “di tendere ad una vita realizzata non secondo lo stile mondano, bensì secondo lo stile evangelico: amare Dio con tutto il nostro essere, e amare il prossimo come lo ha amato Gesù, cioè nel servizio e nel dono di sé”. Gesù ci insegna che “la cupidigia dei beni, la voglia di avere beni, non sazia il cuore, anzi provoca più fame!” Come una buona caramella di cui una tira l’altra, così “la cupidigia: non si sazia mai. State attenti. L’amore così inteso e vissuto è la fonte della vera felicità, mentre la ricerca smisurata dei beni materiali e delle ricchezze è spesso sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre. Tante guerre incominciano per la cupidigia.”
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