Nel mese di luglio sono sospese le udienze generali del mercoledì, mentre continua l’appuntamento dell’Angelus. Domenica 7 luglio Francesco ha commentato l’invio evangelico alla missione dei settantadue discepoli che “prefigura la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo a tutte le genti” ed ha invitato a pregare “con cuore aperto” perché il Signore mandi missionari nel mondo. “Ciascuno di noi lo deve fare con cuore aperto, con un atteggiamento missionario; la nostra preghiera non dev’essere limitata solo ai nostri bisogni, alle nostre necessità: una preghiera è veramente cristiana se ha anche una dimensione universale.” La missione di annunciare il Vangelo “si basa sulla preghiera”, richiede “distacco e povertà”, porta “pace e guarigione”, segni della “vicinanza di Dio” e “non è proselitismo ma annuncio e testimonianza”.
Ora ogni discepolo è un missionario che “cammina in compagnia del Signore Gesù”, che “impara da Lui a spendersi senza riserve per gli altri, libero da sé stesso e dai propri averi”. Così la missione della Chiesa – si caratterizza dalla gioia: “non si tratta di una gioia effimera, che scaturisce dal successo della missione; al contrario, è una gioia radicata nella promessa che – dice Gesù – «i vostri nomi sono scritti nei cieli» (v. 20). Con questa espressione Egli intende la gioia interiore, la gioia indistruttibile che nasce dalla consapevolezza di essere chiamati da Dio a seguire il suo Figlio. Cioè la gioia di essere suoi discepoli.” Di qui l’invito per ciascuno a “pensare al nome che ha ricevuto nel giorno del Battesimo: quel nome è scritto nei cieli, nel cuore di Dio Padre”.
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