Breviloquia Francisci Papae (Libreria Editrice Vaticana, 2018, pp.114 € 8,00) è il volume che raccoglie i messaggi, in lingua italiana e latina, inviati da papa Francesco attraverso Twitter dall’1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2017. Il libro si basa su una parte del lavoro dell’Ufficio delle Lettere Latine. La struttura, detta anche Sezione Latina, opera nell’ambito della Segreteria di Stato occupandosi di scrivere e tradurre in latino vari tipi di documenti tra i quali appunto anche i tweet del Pontefice.
Il latino infatti è la lingua ufficiale del Vaticano, dove anche i bancomat lo ‘parlano’. A ricordarlo una clip video su ‘Breviloquia Francisci Papae’, il volume della Libreria Editrice Vaticana (LEV) che raccoglie i tweet del Papa in latino. “Da diversi anni – ha detto a Vatican news mons. Waldemar Turek, responsabile dell’ufficio con un team composto da sette persone – traduciamo in latino i tweet del Santo Padre”. In particolare, il volume presenta i tweet in latino con a fronte la traduzione in italiano. “Il suo obiettivo – precisa – è sicuramente dare un’occasione di conoscenza in più ai giovani che si interessano a questa latina, ma anche permettere a persone più anziane, che non hanno familiarità con i social, di seguire questa frontiera”. Trattando di questioni contemporanee, che rispecchiano i temi al centro del pontificato di Francesco, innesca curiosità incoraggiando così l’apprendimento di questa lingua antica da parte degli studenti, imbattendosi in parole nuove, di recente ‘conio’ “Abbiamo vari dizionari di lessico del latino recente – dice mons. Turek – che ci servono per esprimere i contenuti di oggi.” Ad esempio la parola ‘instrumentum computatorium’ indica il computer, mentre la parola Gps, il sistema di navigazione satellitare. È chiamato ‘universalis loci indicator’”. Così il termine ‘tweet’, che significa cinguettare, traducibile in latino come ‘friguttio’, è stato tradotto con breviloquia che vuol dire ‘breve componimento’. Del resto il latino si trova perfettamente a suo agio con la rapidità dei tweet; infatti, attraverso le declinazioni si risparmiano pronomi, articoli e preposizioni, rendendo densa, sintetica e flessibile la comunicazione.
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