I soldati della Civilian Joint Task Force (CJTF), un gruppo armato formato nel 2013, con l’obiettivo di proteggere le comunità dagli attacchi, a Maiduguri, nel nord est della Nigeria, hanno rilasciato lo scorso 10 maggio 894 bambini, comprese 106 ragazze. Nel comunicato dell’Unicef si precisa che rientra nell’attuazione di un impegno preso dai gruppi armati dal settembre del 2017, quando fu siglato infatti un piano di azione in difesa dell’infanzia reclutata ed usata con violenza nella guerra.
Sono, infatti, più di 3.500 bambini hanno subito questa sorte, tra il 2013 e il 2017, altri sono stati rapiti, mutilati, violentati e uccisi, oltre alle tante ragazze diventate madri e costrette a partorire senza alcun tipo di assistenza o attenzione. Ora dal 2017 in poi 1.727 tra bambini e giovani sono stati rilasciati e da allora tra le fila del CJTF non ci sono stati nuovi reclutamenti.
“Ogni impegno per i bambini che si traduce in azione concreta – ha dichiarato Mohamed Fall, Rappresentate dell’UNICEF in Nigeria e co-responsabile della Task Force paese delle Nazioni Unite sul Monitoraggio e la Documentazione di Gravi Violazioni dei Diritti dei bambini – è un passo in direzione della protezione dei diritti dei bambini e deve essere riconosciuto e incoraggiato. I bambini del nord est della Nigeria hanno sopportato il peso di questo conflitto. Sono stati utilizzati da gruppi armati sia per combattere sia in altri ruoli e hanno visto morte, uccisioni e violenze. Questa partecipazione al conflitto ha avuto serie implicazioni sul loro benessere fisico ed emotivo.”
Per i bambini rilasciati incomincia ora un percorso di sostegno attraverso programmi di reintegrazione, al fine di recuperare uno sviluppo tragicamente interrotto e di contribuire anche a portare una pace durevole in Nigeria rendendoli parte attiva della cittadinanza.
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