Nella prima settimana di Quaresima il Papa ha partecipato (con la curia romana) agli esercizi spirituali ad Ariccia (Casa del Divin Maestro), predicati dal monaco benedettino Bernardo Francesco Maria Gianni. E’ stata perciò sospesa l’udienza settimanale del mercoledì.
All’Angelus domenica 17 marzo, traendo spunto dalla liturgia domenicale, si è soffermato sulla Trasfigurazione spiegandone il significato evangelico per calarla poi nella vita quotidiana del cristiano. Il Pontefice ha sottolineato come Gesù voglia preparare i suoi “a sopportare lo scandalo della passione e della morte di croce, perché sappiano che questa è la via attraverso la quale il Padre celeste farà giungere alla gloria il suo Figlio eletto, risuscitandolo dai morti. E questa sarà anche la via dei discepoli: nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena. Ognuno di noi, ha la propria croce. Il Signore ci fa vedere la fine di questo percorso che è la Risurrezione, la bellezza, portando la propria croce.” La Trasfigurazione ci mostra la “prospettiva della sofferenza cristiana”, che non è un “sadomasochimo”, bensì un “passaggio necessario ma transitorio”, perché più grande è la meta a cui siamo chiamati, “luminoso” è il nostro “punto di arrivo”, come luminoso è il “volto di Cristo trasfigurato” che ha in sé “salvezza”, ma anche “beatitudine” e “luce” ed “amore senza limiti”. Infatti, “mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua. Perciò, in questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù (…) con la preghiera (…) silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera … Sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita.” Ha messo quindi in rilievo un altro aspetto della Trasfigurazione: il potere trasformante della preghiera sull’uomo e, attraverso l’uomo, sul mondo. Quante volte “abbiamo trovato persone con lo sguardo luminoso. La preghiera fa questo: ci fa luminosi”. Da qui l’incoraggiamento a proseguire “con gioia il nostro itinerario quaresimale (…), perché solo rimanendo con Lui vedremo la sua gloria.”
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