La nomina della prima donna presidente del Vietnam è un’opportunità per “fare di più per i poveri”: lo afferma all’Agenzia Fides Nguyen Thi A, laica cattolica dell’Arcidiocesi di Hanoi, notando che “il Vietnam ha bisogno di un’economia che aiuti i poveri nelle aree rurali con programmi di educazione, assistenza sanitaria, abitazione e welfare, opportunità di lavoro e sicurezza sociale”. Inoltre bisogna fare di più per “la libertà di religione e di parola nella società”.
Il 23 settembre scorso Dang Thi Ngoc Thinh è stata nominata “presidentessa ad interim” dopo la morte del Presidente Tran Dai Quang, ex capo della sicurezza interna, che era alla guida della nazione dal 2016. L’Assemblea nazionale del Vietnam aveva eletto Dang Thi Ngoc Thinh come vice presidente nel 2016, e ora la donna resterà in carica fino a quando il Parlamento non eleggerà il nuovo leader, alla fine di ottobre.
La nomina della prima donna presidente del Vietnam (come ha affermato all’Agenzia Fides Nguyen Thi A, laica cattolica dell’Arcidiocesi di Hanoi), è un’opportunità per “fare di più per i poveri”, notando che “il Vietnam ha bisogno di un’economia che aiuti i poveri nelle aree rurali con programmi di educazione, assistenza sanitaria, abitazione e welfare, opportunità di lavoro e sicurezza sociale”, facendo di più per “la libertà di religione e di parola nella società”.
Secondo un rapporto dell’Unione interparlamentare con sede a Ginevra, il Vietnam si classifica al 61° posto su 193 paesi, per la partecipazione delle donne al Parlamento. Il numero di donne che occupano posizioni decisionali, a tutti i livelli politici, in Vietnam rimane basso e riflette stereotipi di genere radicati sul ruolo delle donne nella società.
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