Nonostante gli accordi di pace tra governo e FARC la situazione in Colombia è segnata ancora dalla violenza. Era il 7 settembre scorso, quando una serie di scontri violenti hanno interessato le località amazzoniche contadine di San José de Uré (nella regione di Córdoba) y Tarazá (Bajo Cauca-Antioquia). I territori erano prima dominati da gruppi paramilitari, “con operazioni di gruppi dissidenti delle Farc”. Ne ha riferito all’Agenzia Fides Lila Peña, coordinatrice della Pastorale dei Migranti della Psn. Per il controllo territoriale della zona poi si sono battuti il Fronte Virgilio Peralta “Caparrapos” e il Fronte Heroes del Nordeste, fazioni del gruppo narco-paramilitare Autodifese Gaitaniste della Colombia – Clan del Golfo.
I combattimenti hanno causato la morte di alcuni leader sociali e provocato una serie di danni a beni privati. Spinte dalla paura, 270 famiglie si sono date alla fuga: circa 750 persone hanno abbandonato i loro villaggi, accampandosi nel piccolo centro abitato di La Caucana, alla periferia di Tarazá.
In questa situazione la Pastorale Sociale Nazionale (Psn)/Caritas della Chiesa colombiana è riuscita nei giorni scorsi a stipulare un’alleanza istituzionale per offrire assistenza agli sfollati in seguito agli scontri. Sono stati forniti viveri ad oltre 700 persone, con un sostegno psico-sociale. Nelle prossime settimane la Psn continuerà a trasportare derrate alimentari, che sfameranno gli sfollati per almeno altri 15 giorni.
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