Molti battezzati vivono come se Dio non esistesse. E’ la triste situazione che il Papa constata parlando all’Angelus domenica 8 luglio.
Riflettendo a partire dal Vangelo di Gesù a Nazareth Francesco ha parlato dell’evento “sconcertante di un Dio fatto carne, che pensa con mente d’uomo, lavora e agisce con mani d’uomo, ama con cuore d’uomo, un Dio che fatica, mangia e dorme come uno di noi. Il Figlio di Dio capovolge ogni schema umano: non sono i discepoli che hanno lavato i piedi al Signore, ma è il Signore che ha lavato i piedi ai discepoli. Questo è un motivo di scandalo e di incredulità, non solo in quell’epoca, in ogni epoca, anche oggi.”
Ora il capovolgimento di mentalità portato da Gesù “impegna i suoi discepoli di ieri e di oggi a una verifica personale e comunitaria”, sapendo che anche oggi tanti pregiudizi possono impedire di cogliere la realtà. La grazia di Dio, infatti, ci sorprende, come nel caso di Madre Teresa di Calcutta, “una suorina piccolina (nessuno dava dieci lire per lei) che andava per le strade per prendere i moribondi affinché avessero una morte degna. Questa piccola suorina con la preghiera e con il suo operato ha fatto delle meraviglie! La piccolezza di una donna ha rivoluzionato l’operato della carità nella Chiesa. È un esempio dei nostri giorni.”
Per questo bisogna “aprire il cuore e la mente” per accogliere il divino che ci viene incontro. “Si tratta di avere fede: la mancanza di fede è un ostacolo alla grazia di Dio. Molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse: si ripetono i gesti e i segni della fede, ma ad essi non corrisponde una reale adesione alla persona di Gesù e al suo Vangelo. Ogni cristiano – tutti noi, ognuno di noi, è chiamato ad approfondire questa appartenenza fondamentale, cercando di testimoniarla con una coerente condotta di vita, il cui filo conduttore sempre sarà la carità.”
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