LA CATECHESI DI PAPA FRANCESCO a cura di Gian Paolo Cassano

LA CATECHESI DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

E’ dedicato ai Comandamenti il nuovo ciclo di catechesi che il Papa ha inaugurato all’udienza generale di mercoledì 13 giugno, dopo aver concluso il ciclo di riflessioni sui sacramenti.
A partire dalla domanda del giovane ricco, che chiede a Gesù come ereditare la vita eterna, quella domanda di “vita piena, infinita” che è dentro ogni uomo, il Pontefice, rivolgendosi specialmente ai giovani, ha rilevato che “il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo più grande della vita è un cattivo spirito di adattamento che non è mitezza o umiltà, ma mediocrità, pusillanimità”. Di qui l’esortazione ai giovani a non essere mediocri altrimenti sarà senza futuro: “non cresce, non avrà successo”. Perciò occorre “mitezza, forza e niente, niente pusillanimità, niente mediocrità. Il Beato Pier Giorgio Frassati – che era un giovane – diceva che bisogna vivere, non vivacchiare. I mediocri vivacchiano. Vivere con la forza della vita. Bisogna chiedere al Padre celeste per i giovani di oggi il dono della sana inquietudine.” I giovani, invece, devono essere affamati di vita autentica, non accontentarsi di una vita senza bellezza perché dove potrà andare “l’umanità con giovani quieti, non inquieti” ?
Francesco ha poi sottolineato che Gesù risponde al giovane ricco citando una parte del Decalogo: è “un processo pedagogico”, perché è chiaro che quell’uomo non ha la vita piena. Così il passaggio dalla giovinezza alla maturità avviene proprio quando si iniziano ad “accettare i propri limiti”, si prende coscienza di quello che manca. Quel giovane “doveva arrivare sulla soglia di un salto, dove si apre la possibilità di smettere di vivere per sé stessi” e la proposta finale che gli fa Gesù non è quella della povertà, ma della ricchezza vera: “avrai un tesoro in cielo” !
Il Papa ha così parlato di una sfida: “trovare l’originale della vita, non la copia. Gesù non offre surrogati, ma vita vera, amore vero, ricchezza vera! Come potranno i giovani seguirci nella fede se non ci vedono scegliere l’originale, se ci vedono assuefatti alle mezze misure?” Altrimenti si resta cristiano a mezza misura, un cristiano nano; “ci vuole l’esempio di qualcuno che mi invita a un ‘oltre’, a un ‘di più’, a crescere un po’”, quello che S. Ignazio chiamava il “magis”, il di più. E’ ciò che il Papa intende con queste catechesi prendere le due tavole di Mosè da cristiani “per passare dalle illusioni della giovinezza al tesoro che è nel cielo, camminando dietro di Lui”.
Gian Paolo Cassano

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