CASALE – (gpc) “Chiediamo a tutte le comunità cristiane e musulmane uno sforzo comune per la pace e la salvezza dell’umanità.” Per questo “occorre un maggiore sforzo di tutti coloro che in tutti questi anni hanno creduto e sostenuto questa esperienza di grande interesse, dalle istituzioni religiose, alle realtà laiche, a quelle dei giovani e delle donne.” In questo quadro “il contributo delle donne è fondamentale, ma non è abbastanza interpellato e incoraggiato.” E’ quanto si legge nel Comunicato congiunto (letto e sottoscritto dal presidente della Comunità islamica casalese Abdel Aziz Echakari e dal delegato diocesano per ecumenismo e dialogo interreligioso don Gian Paolo Cassano) al termine della Giornata del dialogo islamo – cristiano dedicata al ruolo delle donne nel dialogo interculturale e interreligioso, domenica scorsa 22 ottobre presso l’Auditorium S. Chiara (grazie alla disponibilità del comune casalese, rappresentato dall’assessore alla cultura prof. Ornella Caprioglio che ha salutato e riconosciuto l’importanza dell’iniziativa che per la quinta vota si celebra in diocesi.
Ospite d’eccezione (presentato dalla dott.sa Elisabetta Sanlorenzo) per l’occasione è stato il prof. Moulay Zidane El Amrani, arabista, di origine marocchina, ma che da più di 30 anni risiede in Italia. Attualmente è docente al “Master in Studi sull’Islam d’Europa” presso l’Università degli Studi di Padova e al Master “Monoteismi” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. E’ anche scrittore e blogger sulle tematiche del Dialogo interculturale e interreligioso. Con l’occasione è stato presentato il libro “Nati da Abramo” (edito da Marietti 1820), dove è uno dei tre autori, insime ad un’ebrea (Myrna Chayo) e ad un cristiano (Paolo Branca). Nel libro, che è anche frutto di un’amicizia tra tre docenti universitari, si da prova di come vivano concretamente il dialogo interreligioso e interculturale e come sia possibile superare le molte ristrettezze solitamente prevalenti attorno a questo tema, quali superficialità buonista e ostilità preconcetta.
Il suo valore è dettato dal fatto che attinge all’esperienza viva e sofferta di donne e uomini in carne e ossa, paradossale e contraddittoria, com’è normalmente la vita di ognuno.
Dalle loro voci emerge qualcosa di nuovo. Non sono tutte rose e fiori, ma neppure catastrofi apocalittiche. È un viaggio arduo e complesso che ha nel suo orizzonte un possibile riavvicinamento e lascia spazio alla speranza. Shalom, Salam, Pace.
Su questa ed altre radici comuni si è inserito, in una riflessione di ampio respiro il prof. Zidane, rilevando quanto siano numerose le cose che ci uniscono. Una ricerca del dialogo, prima di tutto umano, che ha imparato sin dalla sua infanzia, a Casablanca in un quartiere abitato da ebrei e studiando dalle Suore. Da lui l’invito a ricercare prima di tutto le persone, perché uno sarà un uomo di fede “solo con la conoscenza, perché non c’è fede nell’ignoranza.”
Non ha dimenticato di puntualizzare il ruolo della donna nel dialogo (ricordando la sua devozione di musulmano in Maria, madre di Gesù), tema della giornata su cui poi è intervenuta la dr.sa Nabila Gilardi, incoraggiando a superare quei pregiudizi che sono un ostacolo al dialogo, sottolineando la complementarietà tra uomo e donna nella società islamica e come la prima credente nella tradizione musulmana, sia Khadija, moglie di Muhammad.
Da parte cattolica don Gian Paolo Cassano (delegato diocesano per l’ecumenismo ed il dialogo) ha tracciato brevemente il ruolo della donna nella vita della Chiesa, ricordando la stima e dignità a lei attribuita anche se il suo ruolo potrà essere maggiormente sviluppato, senza dimenticare alcune grandi figure di donne nella storia della Chiesa (Monica, Teresa d’Avila, Ildegarda di Bingen, Isabella di Portogallo, Madre Teresa di Calcutta…..).
Non è mancato un momento di dialogo e di confronto con il pubblico presente, di pregheira (con l’Adan da parte musulmana e la lettura del salmo 66 da parte cristiana) e, a conclusione, lo scambio gastronomico in amicizia con la degustazione di alcuni piatti tipici.
gpc
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