NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Fermenti di intolleranza religiosa, in specie contro i cristiani si registrano anche in India. Infatti Jharkhand (stato dell’India nord orientale, vicino al Bangladesh) è stata approvata una nuova legge anti conversione il Jharkhand Freedom Religious Bill 2017 a cui si aggiungono gli emendamenti alla Land Acquisition Act 2013, la normativa che tutelava le terre dei tribali.
La nuova legge anti-conversione prevede il carcere fino a tre anni e il pagamento di una multa di 5.000 rupie per chiunque venga colto o tenti di convertire con la forza o con allettamenti materiali.
Per questo (come riferisce l’agenzia Asia News) circa 5.000 fedeli cattolici e di altre confessioni (con l’adesione di 22 organizzazioni della società civile si sono riuniti il 23 settembre a Ranchi, nel Jharkhand, per protestare contro la nuova legge anti liberticida.
Nessun vescovo cattolico è invece intervenuto, con ogni probabilità per evitare di esacerbare un clima già teso. Contro i due provvedimenti, infatti, si sono espressi sin da subito i cristiani, con in prima linea il card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, che proprio per questo è stato preso di mira dai nazionalisti radicali indù del Bjp (Bharatiya Janata Pary, il partito del premier) i quali nelle scorse settimane hanno fatto girare la fotografia di un suo manichino dato alle fiamme.
Il cardinale aveva dichiarato ad AsiaNews che “le conversioni forzate non esistono. Noi siamo gente libera, con una volontà libera e una libera coscienza e intelligenza”. In precedenza porporato aveva espresso pubblicamente la preoccupazione della Chiesa anche per gli emendamenti alla legge sulla proprietà terriera perché facilitano l’esproprio delle proprietà delle popolazioni tribali, gente povera per cui la terra rappresenta l’unica fonte di reddito.
Gian Paolo Cassano
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