LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
Nel mese di luglio sono sospese le udienza generali. Continua invece l’appuntamento coi i fedeli all’Angelus domenicale. Domenica 9 luglio, riflettendo sull’invito del Vangelo matteano (“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”) il Papa ha incoraggiato ad uscire da sé stessi e seguire il Signore, che ci rende forti. E’ l’invito ad aprire la vita a Cristo senza fermarci a mete spesso “illusorie” che “promettono ristoro e distraggono solo un poco, assicurano pace e danno divertimento, lasciando poi nella solitudine di prima, sono fuochi d’artificio”. Ecco perché occorre ascoltare l’invito di Cristo: “non dimentichiamo di aprirci a Lui e di raccontargli la vita, di affidargli le persone e le situazioni. Forse ci sono delle ‘zone’ della nostra vita che mai abbiamo aperto a Lui e che sono rimaste oscure, perché non hanno mai visto la luce del Signore.”
Gesù sa quanto la vita possa essere “pesante”, sa che sono molte le cose che “affaticano il cuore”: delusioni, ferite, torti, ma anche incertezze e preoccupazioni. Gesù ci invita “a muoversi e reagire”, perché “lo sbaglio, quando le cose vanno male, è restare dove si è, coricato lì. (….) Allora si arriva persino a familiarizzare con la tristezza, che diventa di casa: quella tristezza ci prostra, è una cosa brutta questa tristezza. Gesù invece vuole tirarci fuori da queste ‘sabbie mobili’ e perciò dice a ciascuno: ‘Vieni!’ – ‘Chi?’ – ‘Tu, tu, tu…’. La via di uscita è nella relazione, nel tendere la mano e nell’alzare lo sguardo verso chi ci ama davvero”. Il Signore “ci aspetta” non per risolverci “magicamente” i problemi, ma per renderci forti in essi; non ci leva i pesi dalla vita, ma “l’angoscia dal cuore”; non ci toglie la croce, ma la porta “con noi”. E con Lui ogni peso diventa “leggero”, perché Lui è il “ristoro” che cerchiamo. “Quando nella vita entra Gesù, arriva la pace, quella che rimane anche nelle prove, nelle sofferenze. Andiamo a Gesù, diamogli il nostro tempo, incontriamolo ogni giorno nella preghiera, in un dialogo fiducioso, e personale; familiarizziamo con la sua Parola, riscopriamo senza paura il suo perdono, sfamiamoci del suo Pane di vita”; così ci sentiremo amati e consolati.
Gian Paolo Cassano
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