NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
In Messico cresce la violenza. Lo ricorda, nel suo ultimo editoriale, “Desde la Fe”, settimanale dell’arcidiocesi di Città del Messico. Nel grande stato centro americano, scosso da gravi fenomeni come quello del narcotraffico, non è garantita la sicurezza. Le autorità non riescono ad arginare la criminalità e dilaga sempre più la corruzione. In questo drammatico contesto, povertà e miseria sono il terreno fertile per scontri e violenze. Molti sacerdoti e religiosi – si sottolinea nell’articolo – sono inoltre un facile bersaglio della criminalità e non possono svolgere la loro missione evangelizzatrice.
A comprovare lo stato estremamente preoccupante dello scenario messicano è la situazione nello Stato di Tamaulipas dove (come si legge nell’editoriale ripreso dall’agenzia Fides) si sono visti “prolungarsi i combattimenti nella disputa per il controllo dei territori tra i cartelli della droga”. La prigione di Reynosa, località al confine con Mcallen, è diventata una zona di guerra di fronte all’impotenza delle autorità di controllare la situazione. Nella città di Veracruz, da gennaio fino allo scorso mese di aprile, “ci sono state 620 esecuzioni violente”. Nello Stato di Guerrero, “ogni giorno sono segnalati omicidi incontrollati”.
Nella regione di Oaxaca “gruppi criminali compiono atti di terrore contro la popolazione inerme”. “Occorre poi aggiungere le minacce e le intimidazioni ai cittadini, che devono sopravvivere nell’incertezza assoluta e in uno stato di impotenza.
Gian Paolo Cassano
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