LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
“Il santo popolo fedele di Dio è gente che sta in piedi e cammina nella speranza”. Così si è espresso Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 26 aprile. Dovunque il cristiano va “sa che l’amore di Dio l’ha preceduto”, perché non c’è infatti “parte del mondo che sfugga alla vittoria di Cristo Risorto, la vittoria dell’amore”. Egli ha ricordato che “il nostro Dio non è un Dio assente, sequestrato da un cielo lontanissimo; è invece un Dio ‘appassionato’ dell’uomo, così teneramente amante da essere incapace di separarsi da lui.”
Ha parlato poi della nostra esistenza come un pellegrinaggio, un cammino, portando l’esempio di Abramo. Ora “nel suo cammino nel mondo, l’uomo non è mai solo. Soprattutto il cristiano non si sente mai abbandonato, perché Gesù ci assicura di non aspettarci solo al termine del nostro lungo viaggio, ma di accompagnarci in ognuno dei nostri giorni”, fino alla fine del mondo, come ci assicura il Vangelo. “Non ci sarà giorno della nostra vita in cui cesseremo di essere una preoccupazione per il cuore di Dio. Lui si preoccupa di noi, e cammina con noi, e perché fa questo? Semplicemente perché ci ama !” E’ la Provvidenza di Dio, che non ci abbandonerà nel tempo della prova e del buio! Francesco ha poi citato l’àncora, uno tra i simboli cristiani della speranza più belli, perché esprime che la nostra speranza non è vaga, ma ha radice nella sicurezza che Dio non ci abbandona.
“Con questa promessa, i cristiani possono camminare ovunque. Anche attraversando porzioni di mondo ferito, dove le cose non vanno bene, noi siamo tra coloro che anche là continuano a sperare. (….) La fede nostra è l’àncora in cielo. Noi abbiamo la nostra vita ancorata in cielo. Cosa dobbiamo fare? Aggrapparci alla corda: è sempre lì. E andiamo avanti perché siamo sicuri che la nostra vita è come un’àncora che è nel cielo, in quella riva dove arriveremo”. Se facessimo affidamento solo sulle nostre forze avremmo ragione di sentirci delusi e sconfitti, ma la promessa di Gesù «Io sono con voi» ci fa stare in piedi con speranza, confidando che Dio è già al lavoro per realizzare ciò che umanamente pare impossibile.
Festoso è stato domenica 30 aprile l’incontro con l’Azione Cattolica Italiana che inizia i festeggiamenti per i 150 anni della sua fondazione; piazza San Pietro era gremita da circa 70.000 persone, tra soci italiani e rappresentanze dell’Associazione di tutto il mondo. Il Papa ha manifestato la sua riconoscenza all’Azione Cattolica, una storia di laici di ogni età, iniziata dal sogno di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, ricordando che suo padre e sua nonna erano dell’Azione Cattolica. Ha così invitato l’associazione ad andare nelle periferie e lì essere Chiesa: “avere una bella storia alle spalle non serve però per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona!”
Di qui l’incoraggiamento “a continuare ad essere un popolo di discepoli-missionari che vivono e testimoniano la gioia di sapere che il Signore ci ama di un amore infinito, e che insieme a Lui amano profondamente la storia in cui abitiamo.”
Francesco ha chiesto anche di mettersi sempre a servizio delle diocesi, attorno ai vescovi, sempre nella parrocchia, aiutandola “perché rimanga con la vita del popolo.” Ogni iniziativa sia quindi “destinata all’evangelizzazione, non all’autoconservazione”. Così ha incoraggiato a mettersi, “ma per favore nella grande politica, nella Politica con maiuscola, attraverso anche la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale.” Per questo occorre “allargare il cuore delle vostre parrocchie” ed essere “viandanti della fede”, per abbracciare tutti, specialmente i poveri: “andate, raggiungete tutte le periferie! Andate, e là siate Chiesa, con la forza dello Spirito Santo”.
Al Regina Coeli il Papa ha affidato alla Vergine Maria l’intenzione della pace, della riconciliazione e della democrazia in Venezuela e di tutti i Paesi che attraversano gravi difficoltà, in particolare in questi giorni la Repubblica di Macedonia. Francesco ha ricordato la nuova Beata, Leopoldina Naudet, fondatrice delle Suore della Sacra Famiglia, beatificata sabato 29 aprile a Verona la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Gian Paolo Cassano
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