NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Fa parte dell’Unione Europea, anche se è lo stato più povero ed in qualche modo anche il Paese con i tassi più alti di disuguaglianza sociale.
Domenica 26 marzo ci sono state le elezioni politiche del Parlamento, passate quasi sotto silenzio dai media nazionali ed internazionali. Ha vinto il partito conservatore Gerb con il 32,55 per cento delle preferenze. A seguire il partito Socialista (Bsp) con il 27,02 per cento e la coalizione nazionalista Patrioti Uniti con il 9,12 per cento dei voti. In parlamento entrano anche il partito della minoranza turca Dps con l’8,94 per cento e il partito Volia (Volontà) dell’imprenditore Vesselin Mareshki con il 4,16 per cento dei voti.
Dopo che la commissione elettorale avrà annunciato le percentuali definitive e la ripartizione dei 240 seggi del parlamento unicamerale di Sofia, il presidente della repubblica Rumen Radev dovrà incaricare il leader del Gerb, Boyko Borissov, di formare un nuovo governo.
Il Gerb non avrà seggi sufficienti per formare da solo un nuovo esecutivo e la leader dei socialisti, Kornelia Ninova, sembra voler escludere una grande coalizione tra le due maggiori forze politiche del paese.
Le previsioni sul futuro politico della Bulgaria sono aperte. La instabile situazione politica che da almeno quattro anni contraddistingue l’andamento del Paese, si rispecchia anche nelle caratteristiche di questo voto anticipato. Il governo che si andrà a formare dovrà farsi carico di altre importanti sfide per il Paese, fra cui spiccano i turbolenti rapporti con la Turchia e la sfida dello sviluppo economico.
Gian Paolo Cassano
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