OCCIMIANO – (gpc) Il Salone dell’antica Corte della villa dei Marchesi Da Passano si è riempito di donne che sabato scorso 11 marzo hanno accolto l’invito della Consulta comunale per la valorizzazione del territorio e della Pro Loco per la “Serata donna”. Interessante è stata la formula proposta quest’anno che ha visto alcuni interventi di riflessione alternati all’aspetto gastronomico grazie alla bravura dei cuochi della Pro Loco. Si è iniziato infatti con un ricco antipasto a buffet cui è seguito l’intervento del sindaco Valeria Olivieri che ha parlato della sua condizione di donna madre sposa amministratore comunale ed insegnante. Un’esperienza personale ricca e segnata da diverse problematiche. Ha espresso la fierezza dell’essere donna e della condizione femminile fatta anche di tante scelte coraggiose. Sono seguiti poi gli interventi di tre donne occimianesi . E’ stata così la volta di suor Anna Maria Cia, Figlia di Maria Ausiliatrice, direttrice dell’Istituto Sacro Cuore di Casale, nonché responsabile delle scuole cattoliche piemontesi che ha testimoniato la sua femminilità nella risposta alla sua vocazione religiosa che si arricchisce giorno dopo giorno nella risposta a Cristo. Così è stato anche per la giovane Sara Sarzano che ha racco tato come con coraggio abbia superato le problematiche posta dalla sua condizione fisica, sapendo trasformare tale condizione in una risorsa, anche nel percorso di studi che l’ha condotta fino alla laurea. L’esperienza di missione, poi nel nord Kivu, nella repubblica democratica del Congo come infermiera nell’ospedale dei padri Caracciolini ha caratterizzato il racconto di Flavia Debernardis che per molti anni ha vissuto in questa zona africana ancor oggi travagliata dalla guerra civile in un’esperienza di servizio ai malati che continua tutt’ora nelle strutture diocesane dell’ODA.
Altrettanto interessante è stato il filmato dell’associazione Argonaute di Sondrio (di cui fa parte l’occimianese Santra Sillano “Cicci”) che ha raccontato la condizione della donna in Valtellina e Val Chiavenna negli anni quaranta e cinquanta del XIX secolo per volti versi simile a quella delle donne monferrine.
A completare il tutto c’è stato il risotto della Pro loco ed il dolce finale e, a sorpresa, l’omaggio floreale a tutte le signore presenti.
gpc
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.