Mercoledì 1 marzo, con il rito delle Ceneri, è iniziata la Quaresima, un periodo, nell’anno liturgico, che si caratterizza per il suo invito alla conversione per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua. Vale la pena ricordare a tutti i fedeli le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera per un cammino di conversione verso la Pasqua, che conduca a riscoprire il proprio Battesimo.
Innanzitutto la penitenza ed il digiuno, a cui tutti i cattolici (dal 18 ai 60 anni) sono moralmente tenuti oltre che nel giorno delle Ceneri in quello del Venerdì Santo e a cui, però facoltativamente sono chiamati a vivere come segno, accompagnato alla preghiera negli altri venerdì quaresimali. Nel digiuno rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore. La legge del digiuno chiede di fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo di mattino e alla sera. Ricordiamo inoltre che, come nel giorno delle ceneri, anche nei venerdì di quaresima tutti (dal 14 anni in su) siano tenuti all’astinenza dalla carne da quei cibi e bevande che sono particolarmente costosi. Sappiamo poi come il venerdì conservi sempre durante tutto l’anno il suo carattere penitenziale che però può essere vissuto in forme diverse. Così la pratica dell’elemosina ci richiama al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro per fuggire la tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro. Infine la preghiera permette di acquisire una nuova concezione del tempo, verso un orizzonte che non ha futuro.
Nel Messaggio per la Quaresima il Papa, prendendo spunto dalla parabola di Lazzaro del ricco epulone mette in rilievo tutta la serietà con cui occorre assumersi in personale responsabilità le radicali esigenze del Regno. Il Pontefice ricorda che “l’altro è un dono” ed “il peccato ci acceca” per esprimere il significato da dare alla Quaresima, un tempo liturgico durante cui siamo chiamati a convertirci al Signore proprio in questo senso molto concreto. Egli riflette sul significato di conversione che consiste innanzitutto nel prendere visione della nostra vita, e, alla luce del vangelo, renderci consapevoli del bisogno che abbiamo di Dio. E’ una metánoia, un mutamento nel modo di pensare e di intendere il rapporto con Dio e che tocca anche il nostro essere.Dio, con la “Parola” di cui ci fa “dono” interpella la nostra coscienza, facendoci sperimentare la nostalgia della casa paterna, venendoci incontro e stringendosi a Sé. Così la Quaresima può diventare un “nuovo inizio”.
Gian Paolo Cassano
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