Te ne sei andata, in un silenzio inquieto, che ci ha strappati all’illusione di averti, forse, per sempre.
Hai lasciato il ricordo di un’esperienza incancellabile, di una forza viva e vitale, di un respiro di vita che il tempo che ti ha tolto a noi mai potrà cancellare.
Ci sei tu, in ogni realtà, in ogni gesto, in ogni pensiero: ci sei tu, tanto indissolubile, nonostante la morte, tanto presente nonostante l’assenza, tanto graniticamente nostra, nonostante la consumazione di un attimo che ti ha condotto dalla vita all’Assoluto. Eppure respiri ancora di questa tua grande forza con ciò che hai saputo tessere ogni giorno.
Un grande autore, che ho commentato e studiato, Antonio (e tu sei Antonietta!!!) Fogazzaro, scriveva, dopo la morte, tragica ed improvvisa del figlio: “No, non è morto, è andato avanti”. E ancora diceva: “Sento che la mia guida adesso è lui…Non è qui una dolcezza infinita? Non è naturale che io mi tenga prezioso il dolore?”. Certo, il dolore, tragico e terribile, traumatico e sconvolgente, acceso ed improvviso. Il dolore, la morte, l’enigma misterioso della vita, celata e sottesa sul ponte che la terra unisce al cielo, che l’anima unisce al corpo, che lo sconvolgimento unisce alla speranza. Eppure con Ezra Pound (che in questo ultimo periodo più volte mi è capitato di citare) voglio ricordare che l’amore è più forte della morte: per questo “quello che sai amare non ti sarà strappato”, per questo tu vivi ancora dentro noi, per questo ti sentiamo presente, per questo continui ad essere vitale.
Angelo
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