NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Si sta svolgendo in Svizzera una nuova fase negoziale cruciale (dopo i “progressi importanti” secondo l’Onu della prima fase, tenutasi nelle scorse settimane) per porre fine alla divisione di Cipro che dura da 42 anni. Cipro è divisa dal 1974, quando la Turchia invase l’isola in reazione al colpo di Stato fomentato dal regime greco dei “Colonnelli”. Da allora l’ex colonia britannica è divisa in due dalla linea verde presidiata da un contingente dell’Onu. A nord l’autoproclamata Repubblica turca di Cipro è riconosciuta soltanto da Ankara. La stessa Nicosia, nella Repubblica di Cipro membro dell’Unione Europea, è l’unica capitale al mondo divisa in due zone.
Discutono di contenziosi territoriali la delegazione guidata dal presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, e quella del leader turco-cipriota, Mustafa Akinci. Le delegazioni sarebbero vicine a un accordo sulla parte dell’isola da attribuire all’entità turca, uno dei due soggetti di una futura federazione.In caso di intesa, saranno convocati colloqui con la presenza anche di Turchia, Grecia e Regno Unito.
La polizia indonesiana ha formalmente indagato il governatore di Giacarta, cristiano e di etnia cinese, per blasfemia. La decisione è stata presa dopo le manifestazioni dei gruppi islamisti che si oppongono alla sua rielezione nel voto del prossimo febbraio.
Si chiama Basuki Tjahaja Purnama, è chiamato Ahok, parla chiaro e semplice, arriva dritto al cuore della gente ed è un politico molto amato, anche dai musulmani dell’Indonesia, il Paese in cui vive la più popolosa comunità islamica al mondo: circa 220 milioni di fedeli. Non piace però agli estremisti perché è cristiano. Ahok è stato accusato di aver insultato l’Islam in un discorso in cui ha citato un verso del Corano utilizzato dai fondamentalisti: secondo la loro interpretazione vieterebbe di votare un non musulmano.
Il governatore non è agli arresti, è solo indagato ma ora dovrà difendersi in Tribunale. Ricordiamo che la Costituzione indonesiana tutela la libertà di culto e il Paese ha un’antica tradizione di tolleranza ma l’estremismo è in crescita così come gli episodi di violenza.
Gian Paolo Cassano
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