NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Ne ha parlato Avvenire (nel numero di venerdì 16 settembre). Nel caos della guerra civile siriana che perdura da cinque anni, ecco la situazione di profughi dimenticati ed abbandonati in mezzo al deserto, tra la Siria e la Giordania. Dopo che quest’ultima (che pure ospita un gran numero di profughi) ha chiuso le frontiere, dopo l’attentato che il 21 giugno scorso ha causato la morte di sette agenti della polizia di confine-
E’ il campo profughi nel quale (è la denuncia di Amnesty International, che ha mostrato le immagini dell’orrore) vivono “imprigionati” 75.000 profughi siriani. La loro fuga si è arenata qui, in questa «terra di nessuno».
Spiega ad Avvenire Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “queste persone non ricevono più cibo da due mesi. L’ultima volta gli aiuti sono stati lanciati con una gru. Poi più nulla. E le scorte si stanno rapidamente assottigliando
L’ONU sta negoziando con le autorità giordane un piano che preveda l’apertura di centri di distribuzione degli aiuti umanitari a due chilometri di distanza dal confine: una sorta di zona franca nella “terra di nessuno”, che consentirebbe la ripresa della fornitura di soccorsi.
“Da troppo tempo – è l’appello della Comunità di Sant’Egidio – il popolo siriano attende quella pace che è stata grave responsabilità negargli da parte degli attori sul terreno e da una comunità internazionale a lungo immobile. La speranza è che questa tregua renda possibile l’invio immediato di aiuti alla popolazione, soprattutto ad Aleppo e negli altri luoghi a lungo esclusi dall’assistenza umanitaria. Sarebbe doveroso che le forze in campo cogliessero questo momento di relativa calma per iniziare un serio negoziato di pace”.
Gian Paolo Cassano
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