NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Torna a salire la tensione in Mali: nei giorni scorsi a Kidal, nel nord, del paese si sono registrati nuovi scontri tra gruppi Tuareg che hanno causato 13 morti. Il governo di Bamako ha invitato a dare “prova di moderazione”. Le violenze, che hanno causato almeno 13 morti, rischiano di far saltare gli accordi di pace firmati nel giugno dello scorso anno. “Sono già in profonda lacerazione e crisi – ha detto alla Radio Vaticana il prof. Luigi Serra, docente emerito di Lingua e letteratura berbera presso l’Università Orientale di Napoli – nel senso che la componente Tuareg, quella dell’Azawad e l’altra che ormai intrattiene relazioni evidenti o poco palesi con le schegge di Boko Haram o di Acmi (al Qaeda nel Mali, ndr), di Abu Faraj al-Libi – non stiamo qui a elencare tutte le formazioni jihadiste – è più che operativa e incisiva al tempo stesso sotto il profilo della frantumazione di una speranzosa riunificazione del Paese attraverso la pacificazione Nord-Sud.”
In Sud Sudan continua ad essere grave la situazione con la guerra civile che è tornata ad infiammarsi tra le forze fedeli al presidente e quelle del vice presidente. I vescovi dell’Amecea, l’organismo che riunisce le Conferenze episcopali dell’Africa orientale, in un comunicato firmato dal presidente dell’organismo, il card. Berhaneyesus D. Souraphiel, arcivescovo di Addis Abeba, hanno espresso la condanna di “ogni atto di violenza, senza eccezioni. Combattere per qualsiasi motivo è un atto malvagio ingiustificabile”.
Quindi, richiamando la dignità della persona umana aggiungono: “siamo incoraggiati da tutte le voci che hanno invitato alla calma e alla fine dei combattimenti. Aggiungiamo le nostre voci alle loro e sollecitiamo tutti i militari e i civili ad astenersi da tutte le azioni che possono infiammare e far degenerare la situazione. il dialogo pacifico è l’unica via praticabile per arrivare alla fine del conflitto”.
Gian Paolo Cassano
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