NUOVI SANTI
a cura di Gian Paolo Cassano
Una nuova beata italiana: è Maria Celeste Crostarosa, fondatrice dell’Ordine del SS. Redentore. La nuova Beata, napoletana di nascita, per la profondità dei suoi scritti spirituali, è considerata una delle più grandi mistiche italiane del Settecento. La Messa di Beatificazione, presieduta dal card. Angelo Amato (prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi) si è tenuta lo scorso 18 giugno a Foggia-
E’ stata “umile imitatrice di Cristo – dice di lei il card. Amato – e testimone fedele del suo amore salvifico”, forte e perseverante nel realizzare la propria vocazione in obbedienza alla volontà di Dio, che le si manifestò tra mille peripezie e ostacoli.
Era nata a Napoli, il 31 ottobre 1696, battezzata con il nome di Giulia, decima di dodici figli, in una famiglia religiosa e facoltosa. Da piccola ebbe la vanità di vestire abiti alla moda e imparare canzoni profane, ma in seguito ebbe una tale ripugnanza per tutto ciò che, a 11 anni, ebbe una vera conversione: diventò più raccolta, apprese a fare l’orazione mentale e a meditare la Passione di Gesù, leggendo le vite dei santi e matuarndo in lei il proposito di donarsi interamente al Signore mediante la consacrazione religiosa.
Arrivò in Puglia, a Foggia, mossa da uno mozione interiore; qui “maturò la santità di Suor Celeste Crostarosa, donna straordinaria, forte e coraggiosa, la cui fama ha superato i secoli giungendo intatta fino ai nostri giorni” e “tutto il popolo di Foggia, sin dal giorno della sua San Giovanni Paolo II, in occasione del terzo centenario della nascita di Madre Celeste (1696-1996), scrivendo alle Monache del Monastero del SS. Redentore, da lei fondato, riassunse in cinque caratteristiche la sua spiritualità: devozione al Verbo incarnato, che lo Spirito Santo attualizza incessantemente in noi; amore all’Eucaristia, fonte di ogni trasfigurazione spirituale; spirito di raccoglimento e di contemplazione, per lasciarsi irradiare e trasformare dalla grazia; carità fraterna e, infine, fedeltà e perseveranza nel bene.
Gian Paolo Cassano
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