NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Continuano le violenza e le situazioni di crisi in Africa, nel quasi più assoluto silenzio dei mass media.
Nella Repubblica Centrafricana, oltre alla povertà, continuano a causare morte e dolore i conflitti causati dai ribelli del gruppo Seleka. “La comunità cristiana ha sofferto moltissimo – ha detto alla Radio Vaticana mons. Cyr-Nestor Yapaupa vescovo di Alindao – molti parroci sono stati costretti a lasciare le loro parrocchie perché i ribelli li avevano derubati di tutto e non avevano più di che vivere”. Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), la Fondazione di diritto pontificio è impegnata anche in questo Paese africano ed il suo aiuto è andato a sollevare la popolazione dalle emergenze. Ma la situazione è ancora a rischio perché Seleka “possiede molte armi” e la loro presenza scoraggia i cristiani a fare ritorno nelle loro case. “Per 273 mila abitanti abbiamo solo tre medici – dice ancora mons. Yapaupa – e anche gli insegnanti hanno paura a tornare”.
E che dire della Nigeria dove nella mattiana di venerdì 21 ottobre due esplosioni nei pressi di una moschea del quartiere Jidari Polo a Maiduguri, capitale dello Stato nigeriano del Borno, hanno provocato almeno 28 morti e una ventina di feriti. Si tratta del sesto attacco suicida dall’inizio di ottobre a Maiduguri, considerata la culla del movimento estremista islamico Boko Haram che qui, all’estremo nordest della Nigeria, non lontano da Niger, Ciad e Camerun, si è formato nel 2002.
Ed in Somalia continua a regnare il caos, in un Paese frantumato dalla guerriglia dei gruppi tribali; qui intanto in migliaia arrivano dal vicino Yemen dove continua il conflitto tra ribelli sciiti Houthi e la coalizione araba a guida saudita.
Gian Paolo Cassano
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