NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano
Domenica 14 giugno gli svizzeri, con un referendum, hanno aperto le porte alla legalizzazione della diagnosi di embrioni concepiti tramite fecondazione in vitro prima di impiantarli nell’utero. Nella votazione hanno avallato un modifica costituzionale in tal senso. Quasi il 70% dei votanti e 19 cantoni e semicantoni su 26 hanno approvato la modifica dell’articolo costituzionale relativo alla medicina riproduttiva e all’ingegneria genetica in ambito umano. Ciò permette di legalizzare la cosiddetta diagnosi preimpianto (DPI), limitatamente a due casi: se una coppia è portatrice di gravi malattie ereditarie oppure se non può avere figli in modo naturale, ossia nei soli due casi in cui la fecondazione in vitro è autorizzata in Svizzera.
La Chiesa cattolica aveva chiaramente espresso tuta la sua contrarietà perché “l’embrione umano è una persona e va tutelato”. Con la vittoria del sì “sostanzialmente ha detto alla Radio Vaticana il dott. Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Cantone Ticino – si potrà decidere chi ha il diritto di vivere e chi non ha il diritto di vivere. Ecco perché io dico: un altro passo verso la dissacrazione della vita umana. E’ in gioco la sacralità della vita: “sono un medico – continua – e quindi sono favorevole a quelli che sono i progressi della medicina e tutti noi vogliamo dei figli sani… E’ chiaro però che, malgrado tutti i progressi che la scienza medica ha fatto in questi anni, anche in campo della genetica, non possiamo andare oltre: questo è dissacrare la vita umana.”
Gli oppositori annunciano così un referendum contro la legge di applicazione.
Gian Paolo Cassano
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