LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
Sono stati circa 1.200.000 i fedeli che complessivamente hanno preso parte alle catechesi del mercoledì nel 2014. Nell’ultima udienza dell’anno, mercoledì 17 dicembre, il Papa ha esortato ogni famiglia cristiana ad accogliere e far crescere, nella normalità della vita quotidiana, la presenza di Gesù al suo interno, così da rendere migliore il mondo. La riflessione sulla famiglia accompagnerà i prossimi mesi fino al Sinodo di ottobre 2015.
Così Francesco è “entrato” nella casa della S. Famiglia guardandosi attorno per riconsiderare ciò che di quel piccolo nucleo spesso sfugge e che invece ha un valore esemplare inestimabile.
Ora Dio “ha scelto di nascere in una famiglia umana”. E’ la “storia più santa e più buona” che prende vita ai margini della storia dei potenti e Gesù, il Messia venuto a salvare il mondo, resta a far vita di famiglia “in quella periferia per trent’anni”. Infatti il suo cammino “era in quella famiglia (…) I cammini di Dio sono misteriosi. Ma quello che era importante lì era la fa-mi-glia! E quello non era uno spreco, eh! Erano grandi santi: Maria, la donna più santa, immacolata, e Giuseppe, l’uomo più giusto … La famiglia”. Ma “ciascuna famiglia cristiana – come fecero Maria e Giuseppe – può anzitutto accogliere Gesù, ascoltarlo, parlare con Lui, custodirlo, proteggerlo, crescere con Lui; e così migliorare il mondo. Facciamo spazio nel nostro cuore e nelle nostre giornate al Signore. Così fecero anche Maria e Giuseppe, e non fu facile: quante difficoltà dovettero superare! Non era una famiglia finta, non era una famiglia irreale. La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia”. L’ordinarietà di quel lungo periodo di Gesù a Nazaret mostra anche quale bellezza possano avere i rapporti tra madri, padri e figli: “come accadde in quei trent’anni”, così “può accadere anche per noi: far diventare normale l’amore e non l’odio, far diventare comune l’aiuto vicendevole, non l’indifferenza o l’inimicizia”. Da quel momento “ogni volta che c’è una famiglia che custodisce questo mistero, fosse anche alla periferia del mondo, il mistero del Figlio di Dio, il mistero di Gesù che viene a salvarci, è all’opera. E viene per salvare il mondo. E questa è la grande missione della famiglia: fare posto a Gesù che viene, accogliere Gesù nella famiglia. (…) Accoglierlo lì, perché cresca spiritualmente il quella famiglia.”.
All’Angelus domenica 21 dicembre Francesco ha invitato a fissare “lo sguardo su questa semplice fanciulla di Nazaret, nel momento in cui si rende disponibile al messaggio divino con il suo sì”.
Maria, nella “fede” che mostra “è per noi modello di come prepararsi al Natale” e “con piena disponibilità di mente e di cuore” alla Parola di Dio.
“Nel suo ‘eccomi’ pieno di fede,” Maria non sa quali siano le sue strade, quali dolori o rischi gli potranno capitare, “ma è consapevole che è il Signore a chiedere e lei si fida totalmente di Lui e si abbandona al suo amore”.Lei sa infatti “riconoscere il tempo di Dio” e “ci insegna a cogliere il momento favorevole in cui Gesù passa nella nostra vita e chiede una risposta pronta e generosa”.
Ora il Verbo divino nella celebrazione del Natale “viene a bussare nuovamente al cuore di ogni cristiano” ed “ognuno di noi è chiamato a rispondere, come Maria, con un ‘sì’ personale e sincero.”
“Quante volte Gesù passa nella nostra vita”, ha domandato Francesco: ” … e quante volte ci manda un angelo, e quante volte non ce ne rendiamo conto perché siamo tanto presi, immersi nei nostri pensieri, nei nostri affari e addirittura, in questi giorni, nei nostri preparativi del Natale, da non accorgerci di Lui che passa e bussa alla porta del nostro cuore, chiedendo accoglienza, chiedendo un ‘sì’, come quello di Maria (….) Se tu senti quella voglia di migliorare, è Lui che bussa: non lasciarlo passare!”. Poi ha colto “la silenziosa presenza di San Giuseppe”, con l’invito “ad accogliere con totale apertura d’animo Gesù, che per amore si è fatto nostro fratello”.
Gesù venuto per farci un dono, “come annunciarono in coro gli angeli ai pastori” che è “la pace, e Cristo è la nostra vera pace. E Cristo bussa ai nostri cuori per donarci la pace, la pace dell’anima. Apriamo le porte a Cristo!”.
Gian Paolo Cassano
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