MAGISTERO DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
E’ stato un viaggio all’insegna della riconciliazione, del dialogo ecumenico e della vicinanza ai profughi. Così Papa Francesco ha riassunto i suo ultimo viaggio in Turchia all’Udienza generale di mercoledì 3 dicembre. Nella catechesi ha ripercorso alcuni momenti salienti del suo recente pellegrinaggio rammentando i viaggi dei suoi predecessori in terra turca.
La Turchia è una terra “cara ad ogni cristiano”, per aver dato i natali a San Paolo, aver ospitato i primi sette Concili e per la presenza, vicino Efeso, della casa di Maria; è la “tradizione ci dice che lì è vissuta la Madonna, dopo la venuta dello Spirito Santo”. Francesco poi ha parlato sul tema della violenza: “è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza. Per questo ho insistito sull’importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per la solidarietà, per la pace e la giustizia, affermando che ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto”.
Ha ricordato anche la visita in “alcuni luoghi-simbolo” delle diverse confessioni religiose mettendo l’accento sull’invocazione ecumenica allo Spirito Santo nella cattedrale di Istanbul: “il Popolo di Dio, nella ricchezza delle sue tradizioni e articolazioni, è chiamato a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, in atteggiamento costante di apertura, di docilità e di obbedienza. Il nostro cammino di dialogo ecumenico è anche dell’unità nostra, della nostra Chiesa cattolica, quello che fa tutto è lo Spirito Santo. A noi tocca lasciarlo fare, accoglierlo e andare dietro le sue ispirazioni”.
E lo Spirito Santo è stato l’ispiratore dell’incontro tra Francesco e Bartolomeo, nella Festa di Sant’Andrea. Con Bartolomeo I si è rinnovato “l’impegno reciproco a proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici e ortodossi” sottoscrivendo “una Dichiarazione congiunta, ulteriore tappa di questo cammino”. Il Papa ha così rivolto il pensiero all’ultimo incontro in Turchia, definito “bello e doloroso”: quello con i “ragazzi profughi”, ospiti dei salesiani: “era molto importante per me incontrare alcuni profughi dalle zone di guerra del Medio Oriente, sia per esprimere loro la vicinanza mia e della Chiesa, sia per sottolineare il valore dell’accoglienza, in cui anche la Turchia si è molto impegnata. Ringrazio una volta in più la Turchia per questa accoglienza di tanti profughi e ringrazio di cuore i salesiani di Istanbul”.
Gian Paolo Cassano
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