Islam

CASALE – (gpc) “Ancora violenza e guerra nel nome di Dio. La cronaca continua a mostrarci terribili rituali di morte, ancora più blasfemi perché compiuti invocando una fede e una tradizione religiosa.
Come credenti di diverse tradizioni spirituali, cristiani e musulmani che da anni sono impegnati in un cammino comune, ribadiamo che il nostro comune futuro sta nel dialogo e nella convivenza, nel rispetto reciproco e nella mutua comprensione di quello che siamo e delle ragioni che animano i nostri cuori.” Comincia così il documento conclusivo firmato dal presidente della Comunità islamica casalese Abdel Aziz Echakari (che aveva aperto l’incontro portando il suo saluto) e dal delegato diocesano per ecumenismo e dialogo interreligioso don Gian Paolo Cassano.
E’ stato questo il momento conclusivo della Giornata per il dialogo islamo – cristiano sul tema delle radici comuni che sono amore, misericordia e compassione. L’incontro si è tenuto domenica scorsa 16 novembre a Casale, presso l’auditorium S. Chiara, organizzata congiuntamente dalla comunità islamica casalese e dalla diocesi di Casale (ufficio ecumenismo e dialogo), con il patrocinio del comune casalese, con il plauso all’iniziativa espresso nel suo intervento dall’assessore alla pubblica istruzione prof. Ornella Caprioglio. Una giornata all’insegna della comprensione e del mutuo rispetto tra cristiani e musulmani, in un salone particolarmente affollato di cristiani e di musulmani che hanno voluto riflettere sulla misericordia e sulla compassione di Dio nelle due tradizione religiose. Ci sono stati anche brevi momenti di preghiera con la preghiera islamica della sera (‘Isha) e di alcuni versetti del Corano recitati dall’imam di Alessandria Ahmed Athahma, nonché di un preghiera vespertina cristiana ispirata alla liturgia dei Vespri. Introdotti da Yacoub Frasson (membro del Centro islamico casalese e della Sezione islamica italiana) si è svolto un dialogo un confronto a due voci (islamica e cristiana) con un breve dibattito, cui è seguito un momento di condivisione fatto con semplicità e con il contributo un po’ di tutti.
Don Cassano, partendo dal vangelo dell’ adultera (Gv. 8) ha messo in rilievo la misericordia di Gesù nei confronti della donna peccatrice. La misericordia, infatti, come commentava papa Francesco, è una carezza di Dio nei nostri confronti. Di qui l’invito a ritrovare strade comuni per praticare compassione e misericordia nella vita quotidiana, nei confronti di chi è portatore di una diversa cultura o di una diversa religione, nei confronti dell’ambiente nel quale viviamo, nelle scelte economiche e nella distribuzione delle risorse a livello nazionale e internazionale, nel prendere posizione di fronte ai conflitti e alle minacce per la pace.
Marco Omar Aldrigo (presidente della Sezione Islamica italiana), in relazione al monoteismo islamico ha sottolineato come misericordia e compassione la ripetono continuamente i musulmani quando, leggendo il Corano, trovano in apertura di ogni sura l’invocazione ad “Allah, il compassionevole, il misericordioso”. Attraverso anche alla citazione di alcuni Hadit (detti del Profeta Mohammed) che evidenziano la misericordia ed il perdono, ha poi denunciato ogni forma di violenza (in nome della religione).
Ecco l’impegno sottoscritto: “insieme sogniamo (si legge ancora nella dichiarazione comune) e ci impegniamo per  una comunità internazionale che bandisca la guerra e la logica degli imperi per riconoscere i diritti dei popoli e di ogni minoranza religiosa, etnica, culturale e politica.
Insieme dichiariamo che la fuga dalla guerra e dal terrore di migliaia di cristiani, musulmani e di altre minoranze etniche e religiose dal Medio Oriente, oltre che provocare lo sgretolamento del tessuto sociale di questa martoriata regione, segna  la sconfitta di ogni principio di civiltà, di convivenza e di democrazia. Insieme ci impegniamo perché le nostre comunità sentano sempre più viva la necessità e l’urgenza di un lavoro educativo e teologico teso a promuovere il valore della nonviolenza tra i propri fedeli, togliendo ogni  legittimità teologica o religiosa a chi promuova guerre, stupri violenze e intolleranza nei confronti di altri uomini e di altre donne, di bambini e bambine qualsiasi sia la loro fede o il loro orientamento culturale.”
gpc

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