LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
E’ stata dedicata ai carismi, doni dello Spirito Santo, concessi da Dio per essere messi a servizio degli altri con gratuità e senza orgoglio. E’ questo il tema dell’udienza generale di mercoledì 1 ottobre. “Il carisma è una grazia, un dono elargito da Dio Padre, attraverso l’azione dello Spirito Santo. Ed è un dono che viene dato a qualcuno non perché sia più bravo degli altri o perché se lo sia meritato: è un regalo che Dio gli fa, perché con la stessa gratuità e lo stesso amore lo possa mettere a servizio dell’intera comunità, per il bene di tutti”.
A volte, però, può esserci un uso distorto di un carisma divino quando “questi doni diventano motivo di invidia o di divisione, di gelosia”. Ora, se c’è una “carisma che il Signore ha fatto sorgere in me”, lo vivo “con generosità”, oppure “lo trascuro e finisco per dimenticarmene”? O diventa “in me motivo di orgoglio” ? Si tratta di “domande che noi dobbiamo porci: se c’è un carisma in me, se questo carisma è riconosciuto dalla Chiesa, se sono contento con questo carisma o ho un po’ di gelosia dei carismi degli altri, se volevo, voglio avere quel carisma. Il carisma è un dono: soltanto Dio lo dà !” I carismi infatti “sono tutti regali che Dio fa alla comunità cristiana, perché possa crescere armoniosa, nella fede e nel suo amore, come un corpo solo, il corpo di Cristo. Lo stesso Spirito che dà questa differenza di carismi, fa l’unità della Chiesa. È sempre lo stesso Spirito. Di fronte a questa molteplicità di carismi, quindi, il nostro cuore si deve aprire alla gioia e dobbiamo pensare: ‘Che bella cosa! Tanti doni diversi, perché siamo tutti figli di Dio, e tutti amati in modo unico’”. Papa Francesco ha concluso l’udienza generale con un invito, in un mese “dedicato alla meditazione della vita di Maria e del suo Figlio nei misteri del Rosario” a dare tempo alla preghiera “secondo le intenzioni della Chiesa, soprattutto per il Sinodo dei Vescovi dedicato alla famiglia. Pregate anche per me!”
Domenica 5 ottobre nella Messa inaugurale del Sinodo straordinario sulla famiglia il Pontefice ha affermato che il Sinodo “non serve per discutere belle idee”, ma per “cooperare al progetto d’amore” di Dio, mettendo anche in guardia dalla “cupidigia di denaro e di potere”.
“Lavorare per la vigna del Signore”, per “il sogno di Dio che è il suo popolo”: a questo è chiamato il Sinodo dei vescovi. “Le Assemblee sinodali non servono per discutere idee belle e originali, o per vedere chi è più intelligente… Servono per coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d’amore sul suo popolo. In questo caso, il Signore ci chiede di prenderci cura della famiglia, che fin dalle origini è parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”. Esistono, però, contadini che, “per cupidigia e superbia (…), non fanno il loro lavoro, ma pensano ai loro interessi”: e così la vigna produce “acini acerbi” e provoca “spargimento di sangue e grida di oppressi (…), invece di giustizia e rettitudine.”
E’ “la tentazione di ‘impadronirci’ della vigna” che, per la cupidigia, “non manca mai in noi esseri umani “, perché “il sogno di Dio si scontra sempre con l’ipocrisia di alcuni suoi servitori”. Ora “noi possiamo ‘frustrare’ il sogno di Dio se non ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo. Lo Spirito ci dona la saggezza che va oltre la scienza, per lavorare generosamente con vera libertà e umile creatività”. All’Angelus ha invitato a leggere spesso le S. Scritture, facendo propria l’iniziativa dei Paolini che hanno “voluto fare una grande distribuzione della Bibbia (…) in occasione del Centenario della loro fondazione, da parte del beato Giacomo Alberione, grande apostolo della comunicazione”. Così ha raccomandato: “una Bibbia in ogni famiglia! Una Bibbia in ogni famiglia. Non per metterla in uno scaffale, ma per tenerla a portata di mano, per leggerla spesso, ogni giorno, sia individualmente che insieme, marito e moglie, genitori e figli, magari la sera, specialmente la domenica. Così la famiglia cresce, cammina, con la luce e la forza della Parola di Dio”. Di qui l’invito a pregare e “a sostenere i lavori del Sinodo con la preghiera, invocando la Madre, la materna intercessione della Vergine Maria (…) che ottenga la pace, alle famiglie e al mondo intero”.
Gian Paolo Cassano
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